Azioni Apple ai massimi: l’insediamento di Trump slancia la Mela

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tim cook - ceo di apple

Durante l’ultima settimana le azioni Apple hanno superato più e più volte quota 120$ come non accadeva dal novembre 2015. La giornata odierna sui mercati non è stata delle migliori, evidentemente perché i mercati non sono riusciti a reagire positivamente alle parole di Trump. In questo contesto, però, nonostante i mercati generali siano andati piuttosto male, Apple è riuscita ancora una volta a rimanere forte guadagnando ulteriore terreno: il motivo per cui è accaduto ciò potrebbe essere legato proprio alle politiche protezionistiche tanto volute dal tycoon che si dice possano favorire la Mela.

In attesa delle trimestrali di chiusura dell’anno 2016, quindi, diamo uno sguardo a cosa sta accadendo in questi giorni in casa Apple.

Azioni Apple in costante in ripresa: come mai?

Le azioni Apple hanno chiuso l’ultima sessione e aperto quella odierna sopra quota 120$, non fornendo alcun segnale di cedimento del trend rialzista in corso ormai da metà 2016. Il motivo per cui la Mela sta reagendo bene in Borsa anche in questi ultimi giorni potrebbe avere un nesso con l’insediamento di Trump: la società di Cupertino sembra intenzionata ad offrire un sodalizio di intenti al neopresidente, per cui c’è da aspettarsi che la Mela, esattamente come Fca e Ford, arrivi a creare un grande polo produttivo interno agli Stati Uniti in perfetto accordo, tra l’altro, con il suo partner per eccellenza Foxconn. Un piano che non potrebbe che far felice Donald Trump, il cui slogan non a caso è “compra americano, assumi americano”.

L’idea di Cook e compagnia è quella di generare tra i 30.000 e i 50.000 posti di lavoro tramite l’istituzione di un mega sito industriale in Pennsylvania, così come confermato anche dal presidente della Foxconn durante un recente evento tenutosi a Taipei. Un obiettivo di questo genere sembra conciliarsi alla perfezione con le idee avallate dal nuovo governo americano, perché di fatto, pur non segnando un rientro della catena produttiva dalla Cina, rappresenterebbe comunque un punto di cambiamento molto importante per una vera “americanizzazione” dell’azienda.

Inoltre Apple starebbe pensando di trasferire negli Stati Uniti la Smart Technolgoies, una controllata da Foxconn che attualmente ha sede in Canada e che potrebbe risultare danneggiata dalla revisione dell’accordo NAFTA che lo stesso Trump ha dichiarato di voler stracciare.

Insomma, tutte quelle attività che dimostrano affinità tra l’azienda e il governo (che detto in altri termini significa “zero avversità”), e che dimostrano l’intenzione di internalizzare i processi di produzione, sono sicuramente ben viste dagli investitori.