Generali smentisce esuberi e sul referendum propende per il Sì

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Ieri le Generali hanno presentato alla comunità finanziaria le modifiche al piano industriale presentato nel mese di maggio 2015, annunciando così un pesante taglio dei costi per 200 milioni senza tuttavia compromettere i posti di lavoro, a differenza di quanto si era vociferato invece negli ultimi giorni.

Generali smentisce gli 8mila esuberi

L’amministratore delegato del gruppo Philippe Donnet ha spiegato che Generali parte da una posizione di efficienza piuttosto buona tanto nei settori Danni che nei rami Vita, e in virtù di ciò ha smentito le voci che negli ultimi giorni aprivano a un possibile taglio dei posti di lavoro. Le ultime indiscrezioni di stampa affermavano infatti che il gruppo avrebbe varato un piano di 8mila esuberi in tutto il mondo per un risparmio totale pari a 500 milioni di euro circa. In pratica, un progetto di riordino volto alla revisione e all’efficientamento dei costi.

Al momento Generali conta circa 76mila dipendenti e opera in oltre 60 Paesi attraverso 400 società. Secondo i rumors il gruppo avrebbe voluto perseguire il piano di taglio dei costi già avviato in Germania, Paese nel quale le attività aziendali stanno subendo una fase di profonda ristrutturazione. L’anno scorso la stessa Generali aveva annunciato un piano strategico proprio per la Germania e nel febbraio 2016 ha raggiunto anche un accordo con la commissione negoziale dei sindacati per il taglio di 1.000 posti di lavoro, ricorrendo peraltro a una serie di misure altamente innovative.

Ma questa possibile trasmigrazione del piano anche al di fuori dei confini tedeschi, come abbiamo già detto, è stata smentita in via definitiva dallo stesso Donnet.

Generali: Donnet vuole aumento della produttività del 15%

Prima di avviare l’Investor Day in quel di Londra, il CEO di Generali ha anche spiegato di voler aumentare la produttività del 15%. Per raggiungere questo obiettivo verrà prestata particolare attenzione a tutte le voci di costo, inclusa quella relativa al personale. “Il nostro head count è già sceso per il rallentamento delle nuove assunzioni – ha affermato Donnet – e posso rassicurare che non ci sono esuberi in vista e tanto meno piani di riduzione del personale”.

Oltre a rivisitare il capitolo personale, però, Generali dovrà anche rivedere la propria presenza geografica preparandosi ad uscire da quei mercati giudicati non sufficientemente attrattivi per il proprio business (questo piano dovrebbe portare a ricavi per 1 miliardo di euro).

Referendum costituzionale: Generali si schiera per il Sì

Dopo l’endorsement di Poste Italiane, anche Generali si schiera per il Sì al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Donnet ha sottolineato infatti che “in tutti i Paesi d’Europa vanno fatte le riforme strutturali, e questo governo ha intrapreso riforme importanti che devono essere portate a casa”. “Per farlo – ha proseguito Donnet – è meglio che ci sia però stabilità politica. Se le cose vanno diversamente direi che ci sarà un netto rallentamento delle riforme”.