Intesa Sanpaolo fa un passo indietro: sfumano le nozze con Generali

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Intesa Sanpaolo ci rinuncia: le nozze con Generali d’ora in avanti diventeranno solamente un lontano ricordo. Carlo Messina, amministratore delegato di Banca Intesa, ha annunciato di non aver “individuato opportunità rispondenti ai criteri di creazione e distribuzione di valore per i propri azionisti” nell’ambito di un eventuale matrimonio con la compagnia triestina. Per cui, al di là di quanto potesse essere concreto o meno, il presunto interesse di Intesa sul Leone di Trieste è svanito nel giro di un mese.

Dopo una serie di analisi condotte tenendo conto delle informazioni disponibili su Generali, Intesa ha deciso di tirarsene fuori. L’istituto di credito continuerà quindi ad essere ciò che è sempre stato, proseguendo lungo le “linee di azione che saranno alla base del prossimo Piano di Impresa”, che a sua volta farà da continuo al Piano di Impresa varato per il triennio 2014-2017. L’istituto capitanato da Messina, inoltre, ha rassicurato i suoi investitori in merito all’impegno profuso sulla distribuzione di dieci miliardi di dividendi per il quadriennio (tranquillizzando gli animi di chi in queste settimane ha seguito con apprensione l’evolversi dei fatti).

Dopo un continuo via vai di voci, si sgonfia così l’ipotesi di un matrimonio tra la prima banca italiana e la più grande compagnia assicurativa del Paese. Un’operazione che aveva come obiettivo cardine l’incremento della redditività di Intesa, ma soprattutto la volontà di preservare l’identità italiana delle Generali, un asset strategico che conserva al suo interno la bellezza di 70 miliardi di titoli di Stato.

Alla luce del dietrofront di Carlo Messina, di concreto sono comunque rimasti in atto due elementi importanti: da un lato la forte attenzione riposta sui titoli in Borsa, e dall’altro l’arrocco delle Generali con un investimento di poco più di un miliardo di euro per l’acquisizione del 3% di Intesa.

Ma c’è di più, perché sul tavolo rimangono ancora in piedi tanti interrogativi relativi alle modalità con cui è venuto fuori l’interesse di Intesa nei confronti di Generali. Non a caso, pochi giorni dopo i primi rumor, Messina aveva lanciato delle accuse anche piuttosto serie, degne di un esposto alla Consob (se non proprio in Procura). Il numero uno di Intesa, in pratica, aveva parlato di una “fuga di notizie che riguarda una serie di analisi strategiche con diverse alternative possibili”. E aveva anche provveduto a bacchettare l’amministratore delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier, per essersi espresso a favore dell’italianità delle Generali (“Mi fa ridere che difende l’italianità e lo fa in francese”, aveva ironizzato Messina).