Veneto Banca e Popolare di Vicenza: un miliardo in più per il salvataggio?

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Serve davvero un altro miliardo di euro per riportare un po’ di calma tra i corridoi di Veneto Banca e Popolare di Vicenza? In realtà no: secondo le ultime indiscrezioni di stampa, la cifra necessaria per mettere in salvo i due istituti di credito veneti continuerà ad essere pari a 6.4 miliardi di euro. In questo modo vengono smentite le voci che parlavano di un conto da quasi 8 miliardi di euro.

Ora come ora il piano di salvataggio sta continuando a prendere in considerazione i 6.4 miliardi di euro di cui prima. Di questi, lo Stato ce ne metterà 3.7 miliardi, mentre i privati si ritroveranno a dover sborsare un miliardo in più rispetto a quelli che erano i progetti iniziali. In teoria lo Stato avrebbe dovuto versare 4.7 miliardi, per cui il miliardo che è stato alleggerito a suo carico si è di fatto spostato sui privati.

Ciò che è certo, al di là di quanti soldi serviranno per mettere in salvo le due banche venete e di come questi soldi verranno ripartiti, rimane il fatto che l’Unione Europea stia facendo un grande pressing per portare a termine la questione. Ma perché mai l’Ue è così interessata al fatto che Veneto Banca e Popolare di Vicenza abbiano un futuro?

Sembra si tratti di una questione di crediti deteriorati (stimati in 18.7 miliardi di euro, 9.6 miliardi dei quali sono sofferenze svalutate del 62% per Popolare Vicenza e del 59.4% per Veneto Banca). Proprio perché siamo a livelli troppo elevati, l’Europa chiede che le due banche venete possano venire messe in salvo anche valutando l’ipotesi di una fusione, che oggi come oggi pare sia stata congelata per dare priorità al ritorno alla liquidità.

Per quanto riguarda le tempistiche si sta aspettando che la Commissione Europea si pronunci sul da farsi, e a quanto sembra la fatidica data della pronuncia è stata fissata per il 24 maggio, per cui tra meno di una settimana. Tuttavia, dopo lo spostamento di un miliardo di euro dallo Stato ai privati, non sembra che si possa più parlare con estrema certezza di un (buon) salvataggio.

Nei prossimi giorni avremo quindi l’opportunità di capire meglio l’evolversi della situazione e di conoscere anche le intenzioni riposte dal governo, che sulla questione banche si è già mosso ma di cui si attende comunque qualche altra azione per questo specifico caso. Del resto si è di fatto ritornati all’epoca Monte dei Paschi, per cui la sostanza, al di là delle cause che hanno portato alla crisi degli istituti, vuoi o non vuoi è sempre quella.