Apple vs Ue, ma non è la sola: anche Amazon e McDonald’s nel mirino

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Non solo Apple. Anche McDonald’s, Amazon e Fiat Chrysler Automobilies non hanno mai avuto ottimi rapporti con l’Unione Europea. Negli ultimi giorni si è discusso molto della sanzione che la Commissione Europea ha comminato nei confronti di Apple, sebbene più che parlare di sanzione sia più corretto definire la mossa di Bruxelles come un “recupero fiscale” a tutti gli effetti (un po’ come si trattasse di una mega cartella esattoriale, per capirci). Ma cos’è successo di preciso?

Apple nel mirino: l’Europa chiede 13 miliardi di euro

Molto semplicemente la Commissione ha condannato il colosso di Cupertino a rimborsare il governo irlandese tutte le tasse non versate nel corso degli anni, tasse che nel loro insieme ammontano a 13 miliardi di euro (più interessi)! Il motivo per cui la Mela si ritrova a dover pagare tutte queste tasse è molto semplice: sembra che la multinazionale statunitense abbia beneficiato di un’aliquota agevolata, pagando all’Irlanda l’1% di tasse nel 2013 e appena lo 0.005% di tasse nell’anno 2014, quando invece la normale aliquota irlandese per qualunque altra azienda è fissata al 12.5%. Beneficiando di questa agevolazione fiscale, Cupertino avrebbe sostanzialmente versato 50 euro per ogni milione di euro di utili raggiunti.

Ma il governo irlandese sapeva o non sapeva? Sembra proprio che sapesse, a dire il vero. Fonti di stampa affermano infatti che il far pagare meno tasse ad Apple sia stata una scelta politica e concordata da entrambe le parti: il colosso ne avrebbe chiaramente guadagnato in termini di minori uscite, mentre invece il governo irlandese ne avrebbe beneficiato sotto il punto di vista dell’occupazione dato che agevolare la presenza di Apple nella sua terra avrebbe voluto dire maggiori posti di lavoro per gli irlandesi! Non è un caso, infatti, se proprio il governo dell’Irlanda si sia messo di traverso alla decisione dell’Europa e che abbia voluto farlo “per difendere l’integrità del nostro sistema fiscale”.

L’azienda capitanata da Tim Cook, dal canto suo, ha affermato in una nota ufficiale che “la Commissione vuole riscrivere la storia di Apple in Europa, ignorando le leggi fiscali irlandesi (…) La decisione presa avrà profonde e negative conseguenze sugli investimenti e sull’occupazione in Europa”.

Non solo Apple: i casi di FCA, Google, Amazon, McDonald’s e…

Se si sposta la lente di ingrandimento su un’ottica un po’ più generale, ci si accorge di come Apple non sia l’unica multinazionale ad aver avuto delle tensioni con gli alti vertici europei. Tanto per fare un esempio, la faccenda che riguarda Google e le accuse di “concorrenza sleale” e di “abuso di posizione dominante” avanzatagli dall’Antitrust Ue è nota a molti!

E per rimanere in tema tecnologia, che dire di Amazon che proprio come McDonald’s pare abbia ricevuto dei favori ed eluso delle tasse al fisco lussemburghese? Persino l’italiana Fiat (ora FCA) sembra che abbia pagato solo una piccola parte delle tasse dovute al fisco del Lussemburgo: una cifra che gli analisti stimano essere compresa tra i 20 e i 30 milioni di euro. Nel mirino ci è finita poi anche Starbucks, famosa catena di caffetterie che è stata accusata di avere ricevuto vantaggi fiscali dai Paesi Bassi per un ammontare di 20-30 milioni di euro.