Attacco terroristico a Londra: giù la sterlina. Come si comportano i mercati?

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Il valore della sterlina ha subito un netto ribasso a seguito dell’attentato consumatosi ieri pomeriggio a Westminster, quartiere di Londra in cui ha sede il Parlamento inglese. Le ultime notizie provenienti sul fronte dell’attentato parlano di 12 feriti e 4 morti, tra cui un poliziotto.

Attentato a Londra: la sterlina accusa il colpo

In seguito all’evento la sterlina ha visto crollare il suo valore perdendo lo 0.4% rispetto al dollaro dopo che nel corso della giornata era stata scambiata a 1.2451 Usd. Stesso discorso se si fa un raffronto con lo Yen giapponese: dopo l’attentato, la valuta inglese ha toccato il suo punto di minimo dopo due mesi rispetto allo Yen, attestandosi su un valore di 137.77. Anche rispetto all’euro c’è stata una svalutazione della sterlina, in particolare dello 0.4%.

Allo stesso modo si sono comportati i titoli di Stato inglesi a 10 anni (i cosiddetti Gilt) che sono piombati a quota 1.175%. Non si registrano invece dei cambiamenti rilevanti per quanto riguarda l’indice FTSE 100 rispetto alla seduta di inizio giornata.

Perché le Borse reagiscono timidamente agli attacchi terroristici?

Tuttavia in una tabella pubblicata dal Washington Post, Jeffrey Kleintop, capo delle strategie globali d’investimento per Charles Schwab, ha dimostrato come i listini azionari non prendano tanto in considerazione il fattore-terrore. In effetti, pur non essendo un titolo azionario, anche la stessa sterlina non sembra aver subito un contraccolpo così serio: ha sicuramente perso un po’ del suo valore, ma data la portata dell’evento ci si sarebbe potuta aspettare qualche conseguenza in più o, quanto meno, una reazione più netta.

Nella sua analisi l’esperto ha preso in esame 26 eventi terroristici che si sono consumati dal 1970 ad oggi, e quello che ne è venuto fuori è molto chiaro: le principali borse, in media, hanno impiegato soltanto 2.8 settimane per tornare ai livelli precedenti l’evento.

Si prenda come caso eclatante l’attacco dell’11 settembre alle Torri Gemelle: in quel caso Wall Street rimase chiusa per diversi giorni, per poi ripartire il 17 settembre seguente. Ebbene, ci volle un mese per far sì che il Dow Jones, che toccò il suo minimo intraday, arrivasse a recuperare i livelli precedenti l’attacco. Situazioni analoghe o simili sono accadute anche in altre parti d’Europa.

Il motivo per cui ciò accade è conseguenza del fatto che le Borse valutano l’impatto economico dell’evento, e non tanto il lato umano della questione. E poi perché i mercati finanziari sono sempre più abituati ormai al clima di tensione che è diventato, ahinoi, la normalità. Si è instaurata in pratica una sorta di “assuefazione” a questo tipo di eventi che porta gli operatori a prezzare anticipatamente simili eventi nelle loro valutazioni.