Banche italiane più sicure: quali sono?

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Quali sono le banche più sicure d’Italia? E’ questa la domanda che molti consumatori sono soliti farsi, soprattutto alla luce della crisi del sistema bancario che ha imperversato per un po’ di tempo e che sta tuttora tenendo in allerta cittadini, imprese e istituzioni.

Capire quali siano le banche più sicure in Italia non è cosa facile, se non altro per via dell’enorme mole di crediti deteriorati che gli istituti di credito nostrani hanno in portafoglio. C’è da dire poi che gli attacchi informatici, che sembra siano tornati in auge con il caso Unicredit, non sono prevedibili, per cui anche questo è un fattore che bisogna per forza di cose considerare.

In ogni caso, a fare luce nel merito ci ha pensato l’Università Bocconi che, che tenendo conto del rating e dei rigidi criteri di valutazione che vengono utilizzati nel settore, è riuscita a risalire appunto a una classifica attendibile. Ebbene, secondo uno studio condotto a fine 2015 dall’Università Bocconi, le banche più sicure e con il rating più alto d’Italia sono le seguenti (in ordine di sicurezza):

  1. Intesa Sanpaolo con 114 punti;
  2. Ubi Banca con 111 punti;
  3. Banco Popolare con 101 punti;
  4. Credem con 101 punti;
  5. Banca Popolare di Milano (Bpm) con 95 punti;
  6. Monte dei Paschi di Siena (Mps) con 85 punti;
  7. Bper con 85 punti;
  8. Credito Valtellinese con 80 punti;
  9. Banca Carige con 71 punti;
  10. Unicredit con 81 punti.

Dal momento in cui questa classifica risale a fine 2015 occorre fare due precisazioni: la prima è che nonostante il tempo trascorso, non sembra ci siano grossi cambiamenti di sorta in quanto all’ordine di classifica delle banche più sicure; e la seconda è che dal primo gennaio 2017 Banco Popolare e Bpm si sono fuse in un unico istituto bancario.

Ma su cosa si è basata la Bocconi per stilare questa classifica sulle banche più sicure del Belpaese? I ricercatori universitari non hanno fatto altro che analizzare i primi 20 gruppi bancari italiani avvalendosi di sette indici differenti. In particolare, i sette indici utilizzati sono così stati ripartiti: tre indici, Cet1, Tier1 e Total capital ratio, relativi alla patrimonializzazione; un indice sulla redditività rapportata al totale attivo, un indice relativo all’andamento di Borsa nel 2015 e due indici ISC (indicatore sintetico del costo annuo che dà un valore di riferimento del conto corrente).