Bce conferma politiche su tassi di interesse e Quantitative Easing

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La prima riunione della Banca Centrale Europea si è conclusa con le dichiarazioni di Mario Draghi che possono essere racchiuse in una parola sola: continuità. Il Consiglio Direttivo della Bce ha infatti deciso di confermare sia le decisioni prese in materia di tassi di interesse sia le scelte fatte in materia di Quantitative Easing, anche se rimane comunque in pista la possibilità che qualcosa possa cambiare con le prossime riunioni. C’è insomma aria di continuità, ma con una punta di prudenza.

Il governatore della Bce ha detto che “c’è stata unanimità nel guardare indietro, alle decisioni prese a dicembre e ritenere che siano state le decisioni più giuste”. In questo modo sono state smentite le voci che parlavano di alcune tensioni registrate all’interno del Consiglio circa la linea da seguire: “Nel Consiglio – ha rassicurato Draghi – c’è un senso di soddisfazione per la linea seguita dal 2014: sta diventando chiaro ogni giorno di più che quella linea ha avuto successo. La ripresa è resiliente, ma al tempo stesso vediamo che l’inflazione è alimentata soprattutto dall’energia”.

Tra i risultati ottenuti con una politica espansiva e accomodante da parte della Banca Centrale, il presidente ne ha voluti ricordare solo alcuni: a partire dal 2015 in poi la crescita trimestrale del Pil è stata sempre compresa tra lo 0.3% e lo 0.6%; a dicembre la fiducia dei consumatori era ai massimi da aprile 2015, così come ai massimi da marzo 2011 era l’indice di fiducia economica. Sul fronte lavoro Draghi ha poi sottolineato il tasso di disoccupazione che a novembre era ai minimi da luglio 2009, grazie al fatto che in tre anni sono stati creati 4.5 milioni di posti di lavoro.

Proprio per questo la Bce non se l’è sentita di cambiare rotta, anche perché non ci sarebbero, a suo dire, dei segnali ancora così forti da lasciar credere che le cose possano continuare ad andare per il verso giusto anche senza il suo supporto. Meglio quindi proseguire su questa strada almeno per un altro po’.

Alla luce di questo, l’unica decisione presa dalla Bce nel suo primo Consiglio del 2017, è stata di natura puramente tecnica: da Francoforte hanno precisato che saranno possibili gli acquisti di titoli pubblici con rendimenti inferiori a quello del tasso sui depositi (perciò inferiori allo 0.40%), ma che avranno la priorità i bond con rendimenti più alti di quella soglia. E a chi ha chiesto di commentare l’insediamento di Trump e la hard Brexit paventata da Theresa May, Draghi ha risposto secco: “E’ troppo presto per commentare quei fatti”.