Cina: il 2016 potrebbe essere il suo anno

Nonostante il rallentamento del Pil, la Cina continua ad acquisire aziende in giro per il mondo

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Il 2016 potrebbe davvero rivelarsi l’anno d’oro della Cina, nonostante il trend in calo del suo Prodotto Interno Lordo.

Il Pil cinese, che nel 2015 ha toccato il punto più basso dal 1990, quest’anno si prevede che rallenterà ancora, oscillando tra il 6,5% e il 7%. La causa sembra essere la transizione da un modello economico basato sulle esportazioni ad uno che invece si fonda sulla domanda interna.

Ma non possiamo parlare di crisi per la Cina, la quale sta reagendo con una politica espansionistica aggressiva, facendo shopping sfrenato in tutto il mondo.

Accanto alla flessione del suo import/export, nel 2015 gli investimenti all’estero del colosso sono stati pari a 128 miliardi di dollari, inferiori solo a quelli di USA e Giappone.

I cinesi amano l’Italia

L’Italia si conferma la meta europea preferita dagli investitori cinesi. Lo confermano le recenti acquisizioni sulle società sportive Milan e Inter per un totale di circa 1,4 miliardi di euro. Per non parlare dei 7,4 miliardi di euro spesi nel 2015 per l’acquisizione di Pirelli (l’investimento più imponente realizzato dai cinesi nel nostro paese) o ai 2,1 miliardi di euro per rilevare il 35% di Cdp reti, holding che controlla Snam e Terna.

Perchè il 2016 sarà il suo anno

Secondo gli analisti il vero boom della Cina si verificherà nel 2016. Quest’anno sono già stati spesi 43 miliardi di dollari per rilevare Syngenta, multinazionale svizzera che produce semi e prodotti chimici per l’agricoltura. Con il via libera ottenuto per la connessione tra le Borse di Shenzhen e Hong Kong, il colosso asiatico avrà a disposizione nuovi capitali che permetteranno agli investitori di acquistare azioni sul mercato di Hong Kong, con un flusso massimo giornaliero di 23,5 miliardi di yuan (3,1 miliardi di euro).

Inoltre fra pochi giorni, per la prima volta, la Cina ospiterà il G20 che, secondo gli organizzatori, è costato al Dragone circa 21 miliardi di euro.

Un anno fa il crollo della Borsa di Shanghai, oggi la Cina sembra percorrere la strada che la porterà ad essere protagonista assoluta di questo 2016.