Erik Nielsen (Unicredit): la Fed non alzerà i tassi

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Secondo Erik Nielsen, capo economista di Unicredit, il 2016 passerà alla storia come l’anno in cui i membri della Fed, dopo aver previsto quattro aumenti dei tassi ad inizio anno, non ne hanno poi fatto neanche uno.

La presidentessa della Banca Centrale, Janet Yellen, sembra essere negli ultimi tempi al centro di molte critiche da parte di analisti e dei gestori a causa dei suoi comportamenti contradditori.

Secondo Nielsen “la Fed ha perso la capacità di distinguere tra problematiche domestiche e globali” e “assomiglia sempre di più ad una banca che naviga in acque agitate senza bussola nè capitano, popolata da membri dell’equipaggio che dicono la loro su cosa fare solo per essere ascoltati da persone che strombazzano i loro buoni consigli dalla riva del mare”.

Sempre secondo Nielsen, la Fed non ha mai dato una spiegazione chiara del motivo per cui ha deciso di cambiare idea sui tassi, nonostante il mercato del lavoro e l’inflazione, le variabili chiave per la sua azione, abbiano mostrato progressi durante l’anno e nonostante i mercati si siano comportati piuttosto bene. A Nielsen sembra che la Yellen si sia chiusa a dibattersi nell’indecisione piuttosto che fare da guida; l’economista prevede inoltre che anche durante il prossimo meeting previsto per il 20-21 settembre l’atteggiamento non cambierà.

Occorrerà aspettare pertanto il prossimo dicembre per un incremento dei tassi, anche se, vedendo il passato, le incertezze post elettorali (a novembre si terranno le elezioni presidenziali in USA) rimanderanno questo aumento ulteriormente più in là. E’ certo però, secondo Nielsen, che lo storico andamento sovrapposto tra Pil nominale (ora poco sopra il 2%) e il tasso fissato dalla Fed (pari al 0,25/0,5%) che oggi è divergente, tornerà ad essere tale.

L’economista conclude inoltre dicendo che finchè gli USA resteranno un’economia di mercato, Pil e tassi si incontreranno intorno al 2%, ma per questo ci vorrà ancora qualche anno.