Germania contro Bce: il Quantitative Easing finisce alla Corte di Giustizia

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quantitative easing

La Germania torna ad attaccare la Banca centrale europea e di riflesso il suo attuale governatore, Mario Draghi. La Corte costituzionale tedesca ritiene infatti che il programma di acquisto di titoli pubblici tanto caldeggiato dalla Bce, e noto come Quantitative Easing, sia illegale. O meglio, sia in contrasto con quanto stabiliscono le norme europee.

Germania contro Bce: cosa sta accadendo?

I giudici costituzionali tedeschi hanno portato il caso alla Corte di Giustizia europea che dovrà ora pronunciarsi nel merito della questione e stabilire se il QE sia o non sia illegittimo. La Germania intanto ne è convinta: le decisioni della Bce in materia di acquisto di asset pubblici sono in contrasto con il divieto di finanziamento monetario stabilito dalle leggi europee, e superano peraltro il mandato di politica monetaria di cui la Banca centrale europea avrebbe potuto avvalersi.

Ci sono in sostanza dei dubbi sul fatto che il QE sia compatibile con il divieto di finanziamento monetario, ed è proprio qui che si giocherà ora una partita davvero calda.

Se la Corte di Giustizia dovesse dare ragione ai giudici tedeschi, la Bundesbank, banca centrale tedesca, sarà autorizzata a non prendere più parte al programma di Quantitative Easing (cosa che, invece, ora, è costretta a fare). Il problema di questo ricorso però è fondamentalmente uno, e cioè che la Corte di Giustizia, considerati quelli che sono i suoi tempi canonici, potrebbe non esprimersi sulla questione prima di un anno. Praticamente dirà la sua quando oramai il programma di acquisto di titoli pubblici verrà portato alla sua naturale conclusione!

E’ pure vero però che per quanto non ci sarà una sentenza che avrà reali ripercussioni sulle politiche della Bce (proprio per una questione di tempistiche), molti osservatori sono convinti del fatto che già solo l’apertura di questo fascicolo possa indurre Mario Draghi a incominciare a muovere qualche passo verso la conclusione del suo programma. In pratica, la pressione esercitata dalla Corte di Giustizia potrebbe spronare la Bce a concretizzare il tapering prima del previsto, e ad evitare così problemi, contrasti e imbarazzi di sorta.