Lavoro stagionale, nero in aumento: pesa il vuoto voucher

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Con l’avvento dell’estate si apre la caccia al lavoro stagionale, cioè a quel lavoro che solitamente impiega i più giovani nei bar, nei ristoranti e negli stabilimenti balneari.

In questo periodo dell’anno il personale arriva a triplicarsi rispetto agli altri mesi, ma così come il lavoro aumenta, cresce di pari passo il ricorso al lavoro nero: la Cgil stima che questa estate almeno un lavoratore su due (il 55%) verrà impiegato senza un regolare contratto di lavoro. Complice anche l’incertezza normativa che aleggia sul fronte voucher.

Quello del lavoro nero durante la stagione estiva è un fenomeno in crescita rispetto allo scorso anno, quando la stima del nero si fermava a quota 47%. L’incremento, fa notare la Cgil, sarebbe quindi legato al vuoto normativo che si è prodotto con l’eliminazione dei voucher senza che vi siano formule volti a sostituirli.

Il sommerso, in ogni caso, dilaga soprattutto nelle realtà meridionali, dove in nero ci lavorano anche 7 persone su 10. Si segnalano, nello specifico, aree di forte evasione in Campania e Calabria, dove infatti i controlli da parte della Guardia di Finanza e degli ispettori del ministero del Lavoro si faranno ancora più frequenti rispetto a quanto non lo siano già stati.

Secondo la Cgil occorre quindi introdurre una normativa chiara e definitiva sul lavoro occasionale. Per questo il sindacato chiede che la questione venga regolamentata una volta per tutte, ma senza i voucher appena abrogati e tanto meno senza ricorrere alla formula che il governo ha invece l’obiettivo di introdurre con la famosa manovrina. Il timore della Cgil, proprio alla luce della riforma di questi giorni, è che alla fine “il lavoro occasionale sostituirà quello stagionale, il part-time dei weekend, i tempi determinati e la somministrazione. E non perché ce ne sia effettiva necessità, ma solo perché costa meno e dà meno diritti”.

Le imprese intanto continuano a fare pressing affinché i voucher possano venire reintrodotti, o come erano fino a poco tempo fa o sotto altra forma: l’importante, per gli industriali, è che ci sia di nuovo uno strumento che possa permetter loro di avvalersi di lavoratori occasionali. Nonostante ci siano i contratti di lavoro stagionale, quelli a chiamata, quelli a intermittenza, quelli a progetto e così via, in Italia si ritiene che senza voucher non ci siano davvero più margini per assumere: ma quanto questa visione dei fatti corrisponde al vero? E quanto la formula pensata dal governo Gentiloni funzionerà meglio rispetto al passato?