Le Banche centrali e la loro influenza sulle Borse

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Federal Reserve, Banca Centrale Europea, Bank of Japan, Bank of England, People’s Bank of China. Le riunioni di politica monetaria sono ormai fondamentali per gli investitori dei mercati finanziari, visto che le decisioni delle banche centrali influenzano sempre di più le Borse a livello globale.

Il supporto delle banche centrali all’economia reale sta lentamente distruggendo gli investimenti finanziari. Deflazione, tassi negativi, Quantitative Easing: tutte azioni effettuate per aiutare l’economia reale in difficoltà ma che, allo stesso tempo, stanno deteriorando i mercati stessi e l’economia, influenzando l’andamento delle piazze finanziarie in modo negativo.

La Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse portandoli a zero nel 2008, in seguito alla crisi, e li ha rialzati in minima parte sono a dicembre 2015, dopo aver effettuato tre Quantitative Easings.

La Bank of Japan cerca da anni di stimolare l’economia giapponese attraverso tassi negativi e quantitative easing ma senza successo.

La BCE ha preso a fare lo stesso ma con risultati pessimi, quali crescita minima o nulla in Europa.

Il mercato è drogato, proprio a causa della liquidità immessa dagli istituti centrali e gli investitori non sanno come investire i loro soldi. Così la BCE pensa ad un ampliamento del quantitative easing all’azionario e la Bank of Japan è la maggior azionista di 400 aziende quotate sul Tokyo Stock Exchange.

 

Le politiche monetarie della BCE non stanno per niente stimolando l’inflazione, anzi è vero il contrario. Non riescono a spingere gli investitori finanziari a spostare la loro liquidità sull’economia reale in quanto sono tutte in deterioramento.

Inoltre i rendimenti dei titoli di Stato non rispecchiano più il rischio del Paese, ne sono un esempio i Btp italiani che offrono meno rendimento dei Treasury americani. I titoli azionari sono ipervalutati rispetto alle future prospettive di crescita e non è difficile immaginare nuove vendite sui mercati finanziari vista anche la crescente instabilità politica in Europa ad esempio e il progressivo deterioramento delle economie. Gli investitori sono pertanto scoraggiati ad investire ed incoraggiati a risparmiare, con conseguente depressione dell’economia.

Le Banche centrali non sembrano accorgersi del loro operato e del fatto che le politiche errate non danno modo ai mercati di evidenziare le lacune delle economie reali, incrementando ulteriormente le bolle speculative, come accaduto a Wall Street.

In Europa il rischio maggiore è la fine del Quantitative Easing che creerà non pochi problemi ai detentori di titoli di Stato sovrani. L’economia europea si deteriora e le politiche monetarie delle banche centrali stanno aumentando il rischio di deflagrazione economica.