Matteo Renzi: a Cernobbio i sindacati minacciano sciopero

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matteo renzi

Dopo le dichiarazioni rilasciate da Matteo Renzi al Forum Ambrosetti di Cernobbio in merito ad una possibile riduzione degli occupati del settore nei prossimi 10 anni, i sindacati bancari hanno minacciato uno sciopero generale.

Il premier Matteo Renzi ha accennato ad una possibile riduzione degli occupati nel settore bancario, nei prossimi dieci anni, dagli attuali 300.000 a 150.000 unità. Questo è bastato a far scattare il malcontento tra i sindacati del settore.

Il Presidente di Bnl Luigi Abete ha confermato le dichiarazioni di Renzi, sottolineando che il premier ha solo dichiarato che il settore bancario tra dieci anni avrà una composizione dell’occupazione diversa come qualità e numeri rispetto a quella attuale. Abete continua a difendere Renzi dicendo che non sarà lui a dimezzare i dipendenti, che non è una cosa inventata da Renzi, ma che a cambiare saranno solo la qualità e la quantità del lavoro in quel settore.

Le parole di Renzi non sarebbero state nè una minaccia nè una disattenzione quindi, ma una consapevolezza, un dire: “parliamone subito e non tra dieci anni”.

Non la pensano così i sindacati secondo i quali le parole di Renzi non meritano che uno sciopero generale, in quanto le parole del premier rischiano, proprio secondo i sindacati, di destabilizzare il settore. “Chi pagherà i costi sociali di questa drastica riduzione del personale” – si chiedono – “e con quali soldi”?

Una fonte di Palazzo Chigi sottolinea che non c’è alcuna ipotesi, al momento, in atto per dimezzare i bancari entro dieci anni e che, anzi, il governo si pone l’obiettivo di ridurre i consigli di amministrazione superflui, alcune poltrone, rivedere il ruolo della politica nelle banche e le superconsulenze. La preoccupazione del governo riguarda un eventuale esubero di lavoratori in tutti i settori, ma quello bancario è al centro delle preoccupazioni del governo.