Petrolio: accordo Russia – Arabia Saudita

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Russia e Arabia Saudita raggiungono un accordo di massima per la stabilizzazione del prezzo del petrolio durante il G20 in Cina. I prezzi volano subito al rialzo per poi ritracciare quando si capisce che non ci saranno interventi immediati.

Arabia Saudita e Russia, rispettivamente primo e secondo produttore di petrolio al mondo, hanno trovato un accordo di massima, sebbene non abbiano ancora fatto alcun passo concreto. Hanno concordato l’istituzione di una task force per studiare il mercato del petrolio e definire azioni che possano garantire la stabilità del mercato.

Il Ministro dell’Energia saudita, Khalid- al- Falih, e il suo alter ego russo, Alexander Novak, hanno spiegato che la cooperazione riguarda la ricerca di strumenti concreti per stabilizzare l’economia globale, incluse limitazioni all’estrazione di greggio. L’accordo dimostra inoltre l’eccellente relazione economica presente tra i due paesi.

L’annuncio è stato definito “storico” dallo stesso Novak che ha anche indicato che dovrebbe essere concesso all’Iran di recuperare il livello di produzione che aveva pre embargo. Il ruolo di Teheran è stato proprio uno dei fattori destabilizzanti sul fronte petrolifero in quanto la fine delle sanzioni ha acuito il rischio di un prosieguo della sovraproduzione di greggio. L’eccesso di offerta di petrolio infatti ha depresso ormai i prezzi della materia prima e i tentativi dell’Opec di congelare la produzione sono stati un fallimento.

L’annuncio fatto al G20 non fa che confermare quello preso dai premier Mohammed bin Salman e Vladimir Putin. Impegno rivolto a lavorare insieme per la stabilizzazione dei prezzi. Putin ha inoltre aperto le porte anche ad una collaborazione con l’Opec in vista dell’incontro del cartello di questo mese.

Qualcosa sembra muoversi ma gli addetti ai lavori si dichiarano guardinghi visto che, già ad aprile ci si aspettava un’intesa tra le parati che non è arrivata. Di risultati concreti insomma se ne sono visti pochi fino ad oggi. In questo momento diversi paesi, quali Yemen, Venezuela, USA e Russia stessa vorrebbero avere un prezzo del petrolio più alto e un accordo tra i due top produtttori ed esportatori, ma solo se decidessero di tornare alle medie di produzione degli ultimi trent’anni avrebbero le leve per far ripartire il prezzo del greggio verso livelli molto alti. Questo vale sopratutto per l’Arabia Saudita che, a differenza della Russia, può decidere di aprire e chiudere i rubinetti a piacere.