Portogallo fuori dai piani di acquisto della BCE? Il rischio è concreto

0
portogallo

Non solo il sistema finanziario italiano. Tra le preoccupazioni della Banca Centrale Europea (BCE) ci finisce anche la situazione del Portogallo, una nazione che già in passato non aveva mancato di destare qualche preoccupazione e che ora, proprio quando si riteneva fosse ritornata sulla retta via, sembra possa ritrovarsi a dover fare i conti con un clima non poi così positivo.

Il prossimo ottobre infatti, il Portogallo potrebbe subire un declassamento del rating creditizio che potrebbe costargli molto caro, ovvero l’esclusione dalla lista dei Paesi a cui la Bce acquista i rispettivi titoli di Stato (nell’ambito di una misura che un po’ tutti conoscono ormai come Quantitative Eeasing).

Le possibili cause del downgrade

A pesare sul declassamento è il deludente risultato del PIL trimestrale che ha consegnato un Paese a crescita praticamente zero (un po’ come l’Italia), che proprio in virtù di questi conti non molto ottimistici si ritrova costretto anche a dover infrangere certi parametri che Bruxelles vede notoriamente come imprescindibili.

In tutto ciò l’avanzata al governo di partiti politici euroscettici che hanno perseguito politiche populiste come l’aumento dei giorni di vacanza pubblici, l’aumento dei salari minimi e le politiche di maggiore spesa, di certo non hanno aiutato né aiutano tuttora.

La mancata crescita da un lato e l’allontanamento dai parametri di bilancio imposti dall’Unione Europea, insomma, potrebbero far scattare il downgrade da parte di DBRS, cioè l’unica delle quattro società di trading che collaborano con la BCE ad essere rimasta ancora fiduciosa sul destino di questa nazione. Se il declassamento dovesse effettivamente arrivare e la BCE dargli manforte non procedendo più all’acquisto dei titoli portoghesi, per questo piccolo gioiello del Sud Europa si profilerebbe uno scenario da semi-Grecia.

Il Portogallo è davvero fuori dal QE della BCE?

Ottobre, insomma, dovrebbe essere il mese in cui la resa dei conti arriverà al suo epilogo. Tra una possibilità e l’altra, quella che per il momento prevale è quella più pessimistica visto che per quanto DBRS sia indecisa, c’è da dire comunque che il parere negativo sul Portogallo già espresso dalle altre tre agenzie di rating accreditate dalla BCE pesa eccome: Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s hanno già definito il credito portoghese come “junk”, ossia “spazzatura”.

DBRS finora è invece stata l’unica ad aver tenuto invariato il livello di appetibilità di investimento nei titoli di Stato, ma se dovesse mai decidere di uniformarsi alle altre, ecco che per il Portogallo scatterebbe uno stato di allerta. Le regole prevedono infatti che quando tutte le agenzie si esprimono in un senso, la BCE si adegui di conseguenza: in pratica è sufficiente che anche una sola agenzia su quattro dica il contrario – come in questo caso ha fatto DBRS – per mantenere lo status quo.