Smart Working, analisi di un fenomeno in forte crescita

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Ultimamente si sente parlare sempre più spesso di smart working o telelavoro. In pochi, però, sanno davvero di cosa si tratta ed in quali ambiti lavorativi è possibile applicarlo. Ecco quindi qualche nozione basilare per iniziare a conoscerlo meglio.

Lo smart working è una forma di lavoro subordinato, studiata appositamente per essere svolta in autonomia da casa o da qualsiasi luogo dove sia possibile usufruire degli strumenti (solitamente tablet o pc ed una connessione internet) necessari a svolgere le proprie mansioni.

Diffuso ormai da diverso tempo nel resto del mondo, in Italia è stato introdotto solo nel 2016 grazie alla legge di stabilità e al momento si sta attendendo l’approvazione definitiva in Senato. A differenza del telelavoro utilizzato da chi già da tempo lavora in proprio o con partita iva, lo smart working è previsto solo per i lavoratori dipendenti e consiste in una modalità diversa e solitamente determinata nel tempo di svolgere un dato lavoro.

Lo scopo è quello di rendere più semplice la vita del dipendente che potendo svolgere la propria mansione da qualsiasi luogo potrà così conciliare al meglio lavoro e vita privata, senza doversi spostare o correre di qua e di là. In questo ambito l’azienda punterà solo a quanto prodotto e non alle ore lavorative, garantendo quindi più libertà d’azione ai propri dipendenti che in cambio dovranno però offrire i risultati stabiliti.

Seppur ancora in attesa di approvazione da parte del Senato, lo smart working ha già una serie di linee guida che possono così riassumersi:

  • Può essere sia a tempo determinato che indeterminato e può essere svolto uno o più giorni a settimana, in base a quanto stabilito dagli accordi con l’azienda
  • La retribuzione deve essere uguale a quella per lo stesso lavoro svolto però in ufficio
  • Ai lavoratori devono essere riconosciuti gli stessi incentivi fiscali
  • Gli infortuni devono essere coperti dall’Inail
  • A beneficiare dello smart working possono essere solo i lavoratori dipendenti sia che lavorino a tempo determinato che indeterminato

In Italia la Ferrero ha già iniziato a puntare sullo smart working con un progetto inizialmente pensato per 100 dipendenti e che se andrà a buon fine potrà essere esteso a chi svolge mansioni compatibili. In questo primo progetto l’azienda ha fornito ai 100 dipendenti tutto il materiale necessario per svolgere il proprio lavoro da casa.

Anche le Ferrovie dello Stato hanno appena avviato qualcosa di simile con un progetto sperimentale in cui 500 dei loro dipendenti potranno lavorare in piena autonomia da un minimo di 4 giorni ad un massimo di 8 al mese.