Tassi di interesse Usa, la Fed smentisce se stessa: i riflessi sull’euro-dollaro

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janet yellen fed

Grande colpo di scena sul capitolo tassi di interesse Usa. A poco più di una settimana dall’intervento di Janet Yellen, presidente della Federal Reserve, che aveva lasciato supporre un ritocco al rialzo dei tassi di interesse in vista del prossimo meeting, ecco che arriva la lettura dei verbali dell’ultima riunione del FOMC. Verbali che hanno il sapore di una secca smentita rispetto a quanto affermato dalla numero uno dell’istituto.

Fed divisa sui tassi di interesse: il FOMC smentisce la Yellen

La Yellen aveva affermato che non sarebbe stato più utile rinviare il processo di normalizzazione dei tassi, mentre le pagine dei verbali riportano una visione totalmente differente: nel documento si legge che sebbene alcuni membri del board operativo della Fed auspichino un aumento dei tassi in tempi brevi, la maggioranza dei membri del FOMC sostiene che sia necessario continuare a prendere tempo prima di rendere attuativa una decisione tanto importante come questa.

Secondo la maggioranza della Federal Open Market Committee, dunque, bisognerebbe rinviare la discussione di un aumento dei tassi solo quando la nuova amministrazione statunitense adotterà le prime vere politiche fiscali del suo mandato politico, anche perché se Trump dovesse davvero attuare un piano “straordinario” (così come lo ha definito lui stesso), a quel punto le valutazioni da fare potrebbero non essere le stesse che si stanno facendo in questa fase “di quiete”.

Insomma, la maggioranza del FOMC parla chiaro: non si può procedere con un aumento dei tassi di interesse “se non si sa se le riforme inerenti al mercato del lavoro e all’inflazione saranno in linea o se saranno più forti delle aspettative attuali”.

Al di là dei tassi, la banca statunitense ha anche deciso di rinviare alle prossime riunioni la decisione attinente le dimensioni del bilancio dell’Istituto Centrale statunitense, attualmente pari a 4.5 miliardi di dollari.

Indecisione sui tassi Usa: i riflessi sul cambio euro/dollaro

L’indecisione della Fed sulle decisioni da prendere in materia di tassi di interesse ha dato slancio al cambio euro/dollaro, che è rimbalzato dai minimi delle ultime sette settimane a 1.0494, portandosi a quota 1.0574.

La tendenza di breve e medio periodo del cambio, essendosi portata sotto la media mobile a 50 periodi, batte nuovamente su una previsione neutrale-ribassista. Soltanto un ritorno del cambio sopra l’area 1.068-1.072 a questo punto potrà scongiurare per davvero che ci siano ulteriori ribassi con target 1.04-1.036.

Le prossime settimane saranno cruciali per definire i contorni di questa vicenda che, come abbiamo visto, influiscono pesantemente sull’andamento del cambio euro/dollaro.