Thailandia, morto il re: conviene investire ancora in quelle zone?

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re thailandia

Chiunque sia stato almeno una volta nella vita in Thailandia, lo sa molto bene: il re Bhumibol Adulyadej è venerato come una sorta di semi-Dio, tanto è vero che il suo ritratto (e spesso anche anche quello della regina) ce lo si ritrova praticamente ovunque, dagli ospedali, alle scuole, ai centri commerciali e anche per le vie delle città.

Bangkok, per esempio, è disseminata di imponenti immagini che raffigurano il re. Eppure anche il re, in quanto essere umano, è venuto a mancare: il 13 ottobre scorso il sovrano è morto in seguito a una malattia che si trascinava dietro da diversi anni a questa parte. E ora, in Thailandia, da sempre definito “il Paese dei sorrisi”, non si sorride più tanto.

Dopo la morte del re, un clima di assoluta incertezza

Le vie delle città thailandesi sono ormai disseminate da volti spenti. E anche la comunità internazionale sta guardando a quel che accade in Thailandia non con una certa apprensione: in molti si chiedono per esempio se dopo la morte di re Bhumibol, questo possa essere considerato ancora come un Paese nel quale vale la pena investire così come è accaduto negli ultimi decenni.

Non dimentichiamo infatti che la situazione politica in Thailandia era piuttosto precaria già di suo: non è passato molto tempo da quando i militari guidati da Prayuth Chan-ocha presero in mano il Paese con un colpo di Stato, imponendo peraltro una Costituzione di stampo militare; e se a questo ci aggiungiamo il fatto che a prendere in mano il trono possa essere il principe Maha Vajiralongkorn – che non è affatto ben visto dalla gente – ecco che il caos sembra destinato a prendere il sopravvento.

Cosa dicono allora le principali banche e società di investimento di questa situazione tanto delicata?

Investire in Thailandia: l’opinione di Deutsche Bank

Secondo Deutsche Bank, “la morte del re di Thailandia dovrebbe contribuire a far cessare la volatilità del mercato azionario che ha caratterizzato il mese di settembre”.

Alla luce di ciò la banca tedesca ha mantenuto stabile il suo target sull’indice SET della Thailandia, anche se ha avvertito che potrebbero esserci rischi di revisione al ribasso visto che la morte del re potrebbe ripercuotersi sul turismo e sulle attività di intrattenimento, con una conseguenza più che ovvia per il mercato azionario dell’industria thai (non a caso il governo ha già indetto un anno intero di lutto che fino a prova contraria avrà delle ripercussioni sulle attività legate al turismo).

Investire in Thailandia secondo Goldman Sachs e DBS

Secondo Goldman Sachs, investire in Thailandia dopo questo drammatico evento non converrebbe più di tanto. Le aspettative di Goldman Sachs risultano compromesse dal fatto che il caos politico che seguirà possa in qualche modo ripercuotersi sulle esportazioni.

Dello stesso parere è DBS, banca multinazionale con sede a Singapore, che senza tanti giri di parole si sente di sconsigliare investimenti in Thailandia. Secondo DBS la morte di Bhumibol potrebbe ripercuotersi sulla crescita del Paese: per il momento la banca non ha tagliato le stime di crescita della Thailandia, ma anche qui ci si riserva il diritto di rivedere le stime tutte quante al ribasso.