Borse in caduta libera: è la giornata peggiore dalla Brexit

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Le Borse hanno aperto la seduta settimanale in profondo rosso, registrando i ribassi più profondi dalla Brexit in poi. La forte spirale di vendite sul mercato azionario che è all’origine di tutto quanto ciò, è stata scatenata fondamentalmente da due ragioni: da un forte aumento dei rendimenti obbligazionari e dalla possibilità sempre più concreta che la Federal Reserve americana possa aumentare una volta per tutti i tassi di interesse (il timore è che l’aumento possa essere deciso già nella riunione di settembre).

Borse in profondo rosso: ma cosa sta succedendo?

I mercati azionari di tutto il mondo hanno aperto la seduta di lunedì 12 settembre sulla scia del segno meno, e lo hanno fatto principalmente perché gli investitori iniziano a intravedere la possibilità che le banche centrali, a corto delle misure di stimolo dell’economia, possano ritrovarsi dinanzi a un punto di non ritorno: alla conclusione cioè che tutte le misure di stimolo varate negli ultimi anni non siano servite praticamente a niente.

Partendo da questo presupposto si respira aria di tensione tanto relativamente alla banca centrale americana quanto sul fronte della nostra Bce. Per quanto riguarda il primo punto, il timore degli investitori è che la Federal Reserve possa decidere di aumentare il costo del denaro dopo che una parte delle alte sfere della Fed aveva già aperto a questa ipotesi (frenata soltanto dalla numero uno Janet Yellen che apparteneva non a caso allo schieramento più “prudente”).

Per quanto riguarda invece la nostra banca centrale, vale a dire la Bce, anche qui c’è il timore che qualcosa possa presto cambiare: in primo luogo il governatore della Bce Mario Draghi non si è sentito di chiudere all’idea che qualcosa possa cambiare sul costo del denaro; per non parlare poi del fatto che lo stesso Draghi ha rivelato come il consiglio direttivo non abbia neanche lontanamente trattato della possibilità di estendere il piano di Quantitative Easing oltre il marzo 2017 (mese entro cui dovrebbe scadere).

Diciamo insomma che un periodo di apprensione che si è verificato per lo più sul finire dell’estate, ha trovato nella giornata odierna un cosiddetto “punto di sfogo”.

Alla luce di tutto ciò non può certo stupire se i dati, nella giornata di riapertura delle contrattazioni, vertono su questi termini: alle ore 12 di stamane Zurigo ha perso l’1.14%, Londra l’1.56%, Parigi e Francoforte l’1.91%, Madrid il 2.26%, Atene il 2.25% e Milano, maglia nera, ha bruciato il 2.52%. La media Europea che si racchiude nell’indice Eurostoxx non ha potuto far altro che accusare il colpo cedendo l’1.96%.