Cambio euro dollaro verso l’1.18: cosa ci aspetta?

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janet yellen fed

Nella sessione di venerdì il cambio euro dollaro ha continuato a muoversi al rialzo toccando un nuovo massimo dell’anno, pari a 1.1683. La corsa al rialzo non sembra volersi arrestare nonostante le indicazioni pervenute dal meeting della Banca Centrale Europea, che per voce di Mario Draghi ha confermato la necessità di aspettare migliori segnali sul fronte dell’inflazione e dei salari prima di procedere con il tapering.

Durante la settimana è comunque attesa la riunione della Federal Reserve che si pronuncerà sui tassi di interesse. Ma può questo evento ostacolare la corsa al rialzo verso quota 1.18? La Fed dovrà chiarire ciò che vuole fare sul fronte della politica monetaria, per cui gli analisti sono tutti in attesa di mercoledì, giornata in cui è appunto attesa la conferenza stampa.

Gli analisti di Nomura sono convinti del fatto che, stanti le parole della Yellen, le osservazioni del FOMC e i verbali usciti fuori dalla riunione di giugno, il meeting di dopodomani potrebbe tirar fuori qualche altra indicazione sulla tempistica del prossimo aumento dei tassi.

L’elemento da tenere sotto controllo sarà la visione del comitato sull’allentamento dell’inflazione statunitense. La Yellen, il 12 luglio scorso, ha affermato a questo proposito che “le recenti letture più basse sull’inflazione sono parzialmente dovute a delle inusuali riduzioni di determinate categorie di prezzi”. I dati più recenti sull’indice dei prezzi al consumo diffusi il 14 luglio scorso hanno tuttavia mostrato una lettura tutt’altro che forte dell’inflazione, influenzata probabilmente dall’assenza di shock esterni.

Ecco quindi che secondo gli esperti di Nomura, la riunione FOMC di luglio potrebbe esprimersi sulle prestazioni al ribasso della dinamica inflazionistica, senza però cambiare materialmente alcunché: ciò significa che non ci sarebbe da aspettarsi alcun grosso cambiamento dal punto di vista pratico.

La corsa del cambio euro dollaro potrebbe quindi continuare sulla strada che ha già intrapreso, e se la cosa dovesse rivelarsi confermata, ecco che l’euro si rafforzerebbe ulteriormente. Il che non sarebbe male per chi, con l’euro in mano, va in vacanza all’estero. O per chi importa dai mercati extra-Ue. Il problema vero è rappresentato per l’export europeo, che da questo rafforzamento della moneta unica ne uscirà sicuramente indebolito.