Fed verso la riconferma dei tassi: le reazioni dei mercati

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I verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve non hanno fatto emergere l’intenzione da parte della Banca Centrale statunitense di accelerare i tempi per procedere con il rialzo dei tassi. I listini hanno interpretato questa mossa come un segnale di rinnovato sostegno da parte di Washington all’economia americana, parzialmente compromessa dalle incertezze legate alla Brexit.

Fed verso la riconferma dei tassi attuali, ma c’è contrasto interno

Nei corridoi della Fed però si respira un’aria di contrasti. Da una parte ci sono i toni contenuti e accomodanti dei piani alti, mentre dall’altra ci sono le uscite del banchiere William Dudley che solo poche ore fa aveva aperto all’ipotesi di rialzare i tassi già nel prossimo mese di settembre. Insomma, se la Fed preme per rimandare un eventuale rialzo dei tassi e per tenere tutto “così com’è”, il presidente della Fed di New York William Dudley è invece di tutt’altra opinione.

Per capire quale tra le due fazioni finirà per avere la meglio, ci aiuta Rodrigo Catril, strategist della National Australia Bank, il quale afferma che posizioni tanto diverse sono “il messaggio inequivocabile che una stretta a settembre può anche essere attesa, ma che non avverrà fino a che non ci sarà consenso su inflazione, mercato del lavoro e prospettive di crescita. E considerando gli ultimi dati, possiamo prevedere che un innalzamento dei tassi non è così imminente”.

La reazione delle Borse: bene l’Europa, meno l’Asia. Oro in crescita

Nel frattempo i listini europei tentano il rialzo dopo una giornata, quella di ieri, che è andata avanti sull’onda della debolezza e con una Milano ancora una volta maglia nera d’Europa. Ecco quindi che in questa giornata di metà settimana Piazza Affari torna a guadagnare lo 0.6%, Francoforte lo 0.55%, Parigi lo 0.34% e Londra lo 0.25%. Il differenziale tra Btp e Bund apre a 117 punti con un rendimento percentuale pari all’1.09%. In tutto ciò il biglietto verde si indebolisce e favorisce l’euro che si porta a 1.1319 (rispetto ai 1.1284 di ieri sera).

E se l’Europa viaggia sulla scia del segno più, i listini dell’area asiatica accolgono la decisione della Fed con un mix eterogeneo: Tokyo cede l’1.55%, Sydney lascia lo 0.49% e Shanghai si attesta quasi sulla parità con un fiacco -0.17%. Le cose vanno meglio, invece, per Seoul (+0.57%), Taiwan (+0.05%) e Hong Kong che apre con un brillante 1% di guadagno.

Per quanto riguarda l’area a stelle e strisce, abbiamo invece una borsa di Wall Street che viene trainata da un Down Jones Industrial in rialzo dello 0.12% e da un indice Nasdaq che progredisce dello 0.03%. Il prezzo del petrolio, invece, segna un ulteriore calo sia nel caso del Wti (-0.23%), sia per quanto riguarda il Brent (sceso dello 0.20%). E se il greggio scende, sale invece l’oro che nel suo terzo giorno consecutivo guarda al rialzo e si riafferma come il bene di rifugio per eccellenza in questo periodo di continue incertezze.