Referendum costituzionale: 8 banche a rischio se vince il No

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I riflettori della stampa internazionale continuano a rimanere puntati sull’evento politico più importante dell’anno: il referendum costituzionale che si terrà il 4 dicembre prossimo. Il Financial Times, già schieratosi per il Sì alla riforma, è tornato a farsi sentire prospettando quel che potrebbe accadere se dovesse vincere il No.

Financial Times lancia l’allarme: cosa accadrebbe il giorno dopo la vittoria del No

Secondo il più importante giornale economico-finanziario inglese, se il referendum costituzionale dovesse essere bocciato dagli italiani sarebbero ben otto le banche nostrane a rischio fallimento. Gli istituti considerati a rischio dal Financial Times sono Monte dei Paschi di Siena, Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Banca Carige e poi le cosiddette good bank rappresentate da Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara. Ma esattamente come il prevalere dei No potrà dar luogo a conseguenze tanto serie?

Secondo il Financial Times, una vittoria del No non farebbe altro che spaventare gli investitori, trattenendoli dal partecipare agli aumenti di capitale delle banche in maggiore difficoltà. A questo si aggiunge poi il clima di incertezza che regnerebbe sovrano, e che porterebbe all’istituzione dell’ennesimo governo tecnico in salsa italiana (visto con diffidenza dopo una stagione di stabilità, di riforme e di crescita).

Referendum costituzionale: interviene anche Mario Monti

Sempre sul Financial Times, l’ex presidente del Consiglio e attuale senatore a vita Mario Monti ha analizzato le conseguenze del voto sul governo Renzi, sottolineando che in caso di vittoria del No alla riforma costituzionale, non ci sarebbe alcun bisogno di dar luogo ad un governo tecnico: “Il presidente Sergio Mattarella potrebbe chiedere a qualcuno del governo di formare un nuovo governo fino alle prossime consultazioni elettorali del 2018”.

Monti, smarcandosi dalle tesi di chi dice che il No porterà a un governo tecnico, ha scritto: “Voterò No perché gli svantaggi delle nuove norme costituzionali superano i vantaggi. Ma per quanto riguarda Renzi non c’è nulla nella legge o nella prassi consolidata che gli imponga di dimettersi nel caso in cui la riforma venga bocciata”.

Referendum, No in vantaggio: la Borsa inizia il viaggio in rosso

Eppure Mario Monti sembra giocare troppo di ottimismo, visto e considerato che non è il solo Financial Times a fare luce sui possibili rischi dati dal prevalere del No al referendum. Anche diversi altri giornali economico-finanziari, diversi analisti e realtà di spicco come Goldman Sachs hanno sottolineato i rischi che la bocciatura della riforma costituzionale porterà sul sistema bancario e anche sull’economia intesa in senso lato. Del resto basti vedere cosa è accaduto stamane, quando Mps ha perso oltre 7 punti percentuali e Piazza Affari, timorosa del prevalere dei No, ha subito un affondo in Borsa con una perdita di oltre 2 punti percentuali.