Vittoria di Trump: quotazioni oro in netto calo. Ma perché?

0
oro

Mentre i media di tutto il pianeta si interrogano su come sarà la presidenza degli Stati Uniti d’America a guida Donald Trump, e mentre in molti si chiedono ancora come sia stato possibile sbagliare così clamorosamente le previsioni che davano per scontata la vittoria di Hillary Clinton, per la terra a stelle e strisce si apre ora una fase tutta nuova.

In un primo momento i mercati internazionali hanno reagito all’elezione del tycoon newyorchese con ben poca euforia, tanto è vero che nelle ore successive alla divulgazione dell’esito elettorale, tutte le principali piazze del mondo sono crollate e con esse anche il dollaro ha perso parecchio valore. Subito dopo però, vuoi per le raccomandazioni accomodanti e riconcilianti pronunciate da Trump, o vuoi per l’incontro tra il neopresidente eletto e quello uscente Barack Obama, fatto sta che i listini internazionali hanno ripreso a comportarsi come se nulla fosse.

Elezione di Trump e andamento dell’oro: quale nesso?

Una delle profezie più accreditate che si sono poi rivelate clamorosamente infondate è stata quella riguardante l’oro. La banca Hsbc aveva previsto infatti che in seguito alla vittoria di Trump ci sarebbe stato un rialzo delle quotazioni dell’oro fino a 1.575 dollari l’oncia entro fine anno.

Non siamo ancora giunti al 31 dicembre quindi è effettivamente prematuro per dirlo, ma se il buongiorno si vede dal mattino ci sono tutte le ragioni per cui ritenere che la direzione dei mercati non sarà propriamente quella: il prezzo del bene-rifugio è difatti sceso sotto i 1.260 dollari l’oncia segnando un calo del 2% rispetto ai livelli toccati durante la proclamazione del risultato elettorale Usa. Anzi, risulta proprio che l’oro abbia toccato i minimi delle ultime tre settimane!

Perché il prezzo dell’oro è in calo

Ma come mai il prezzo dell’oro è in calo quando invece la storia ci insegna che dinanzi a “grossi traumi”, di solito la quotazione va verso il rialzo? Innanzitutto perché l’insediamento di Trump sembra essere stato decisamente meno traumatico rispetto a quanto si poteva pensare. E poi se è vero che l’oro è sceso, è anche perché c’è un altro metallo che invece pare sia in netta risalita: il rame.

Quest’altra materia prima viene infatti venduta sui mercati a 5.340 dollari per tonnellata, quando invece durante il giorno delle elezioni viaggiava intorno a quota 5.040 dollari. La crescita insomma c’è stata ed è anche stata piuttosto consistente: il prezzo del rame è salito del 6% in pochi giorni, ma persino del 16% se si considera il livello di minimo che era stato toccato il 25 ottobre scorso. Insomma, cari investitori, occhi puntati sul rame, mi raccomando!