Decreto fiscale alla Camera: via Equitalia e studi di settore

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equitalia diventa equientrate

Il decreto fiscale collegato alla manovra di Bilancio approda alla Camera dopo una serie di modifiche ricevute in commissione. L’abolizione di Equitalia dà ora maggiori garanzie al personale dipendente, che per sua fortuna, affinché possa continuare a tenere il posto anche nella “nuova Equitalia”, non dovrà più sottoporsi a una selezione ma soltanto a una verifica delle competenze.

Più agio anche ai contribuenti che avranno maggior tempo per aderire alla rottamazione delle cartelle. Spunta la famigerata voluntary disclosure e poi, la novità delle novità: la soppressione degli studi di settore e l’avvio di una serie di semplificazioni fiscali con cui si darà la possibilità a chi sfora il tetto del regime dei minimi di pagare una imposta sostitutiva del 27% anziché uscire tout court dal regime. Arrivano soldi a pioggia per la contrattazione di secondo livello, per le ferrovie e per i Comuni che accolgono i migranti, e poi ci sono interessanti misure per quel che riguarda l’agricoltura e l’industria del cinema. Vediamo però le misure più “strettamente economiche”.

Come cambia Equitalia Dal 1° luglio 2017

Equitalia viene abolita esattamente come annunciato dal premier Renzi: le competenze e il personale passeranno all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, ente di natura pubblica controllato dal Mef. Il personale attualmente alle dipendenze di Equitalia non dovrà più superare una selezione per mantenere il posto di lavoro, ma sottoporsi semplicemente a una ricognizione delle competenze in virtù di “una nuova collocazione organizzativa coerente e funzionale alle esigenze”.

Per quanto riguarda la rottamazione delle cartelle, viene ampliata la possibilità di accedere a delle cartelle esattoriali più leggere. In particolare, il contribuente che deciderà di aderire alla rottamazione delle cartelle pagherà soltanto le somme iscritte a ruolo, gli interessi legali e la remunerazione del servizio, non pagando più le sanzioni, gli interessi di mora e le somme aggiuntive su crediti previdenziali. Per farlo però, bisognerà pagare puntualmente ciascuna rata.

Misure per le aziende: studi di settore e regime dei minimi

Spariscono definitivamente i tanto odiati studi di settore, e al loro posto arrivano gli “indici sintetici di affidabilità fiscale” che premiano i contribuenti più seri e affidabili. Inoltre il decreto fiscale prevede una serie di semplificazioni fiscali, tra cui ad esempio la possibilità di dedurre dal reddito di lavoro autonomo anche le prestazioni di viaggio o di trasporto; si dice stop anche al tax day che viene spostato dal 16 al 30 del mese e si introducono tregue e sburocratizzazioni varie.

Una novità riguarda anche il regime dei minimi: per il contribuente che supera il tetto stabilito dal regime dei minimi per massimi di 15mila euro di maggiori ricavi, non ci sarà più l’obbligo di uscire da questo regime agevolato perché si potrà scegliere di pagare un’imposta sostitutiva del 27% pur di rimanerci dentro.