Mario Draghi rassicura l’Eurozona: Quantitative Easing anche in futuro

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quantitative easing

La Banca Centrale Europea farà il possibile per sostenere la crescita dell’Eurozona, proseguendo ad esempio col piano di acquisti che oramai tutti conoscono come Quantitative Easing. Ad annunciarlo una volta per tutte è il stato il presidente della Bce, Mario Draghi, durante un intervento fatto a Washington (città presso la quale era stato invitato in vista di un incontro programmato dal Fondo Monetario Internazionale).

ll Quantitative Easing resiste. Ma fino a quando?

Draghi ha messo a tacere tutte quelle voci che prospettavano un ritiro anticipato del Quantitative Easing e che proprio in forza di questa notizia avevano contribuito ad affossare le borse europee. Il numero uno della Bce ha spiegato infatti che il piano di acquisti europeo continuerà ad andare avanti sicuramente entro marzo 2017, e che nel caso in cui dovesse essercene bisogno la Bce non si tirerà indietro dal prorogare questo suo strumento di supporto all’economia.

“Continueremo a mandare avanti il sostegno monetario che è necessario per garantire un ritorno dei tassi di inflazione verso soglie accettabili. E se giustificato agiremo anche utilizzando tutti gli strumenti disponibili nel nostro mandato”, queste le parole utilizzate dall’istituto di Francoforte per motivare l’eventuale proroga dei termini.

Crescita nell’Eurozona: il Quantitative Easing non basta

Al tempo stesso però, Mario Draghi ha lasciato intendere che l’allungamento temporale del Quantitative Easing non può e non deve essere fine a se stesso, ma che i governi nazionali dovranno impegnarsi per attuare le riforme necessarie alla crescita. “Il nostro orientamento accomodante di politica monetaria offre una opportunità unica per accelerare il passo di attuazione delle riforme strutturali“, ha chiarito a questo proposito il presidente della Bce.

Secondo Draghi, insomma, il piano di acquisti europeo, per funzionare così come dovrebbe, è necessario che sia accompagnato “da una politica fiscale che guardi alla crescita”: solo il combinato disposto di queste ricette permetterà all’economia dell’Eurozona di riuscire a ripartire così come tutti si auspicano.

Credito e prestiti problematici: Mario Draghi bacchetta le banche

Intervenendo all’incontro organizzato dal Comitato Imfc dell’Fmi, Draghi ha poi affrontato lo scottante tema della crisi bancaria.

Il presidente della Bce ha preso atto di come i prestiti problematici nel settore bancario “siano scesi leggermente rispetto ai picchi che ci sono stati a fine 2013”, ma al tempo stesso si è sentito in dovere di precisare che “il processo di riduzione rimane molto graduale e per questo continua a influenzare la capacità delle banche di fare nuovo credito”. Per risolvere l’empasse “è perciò fondamentale che tra governi, banche, legislatore e investitori vi sia cooperazione”.