Pubblico impiego: pressing dei sindacati per il rinnovo dei contratti

0
pubblico impiego

I sindacati tornano a chiedere a gran voce il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. “Dopo sette lunghi anni di penalizzazioni, la riapertura della contrattazione presuppone la disponibilità di risorse nuove, di risorse che siano sufficienti a garantire un recupero del potere di acquisto”. Questo è quanto ha dichiarato in una nota il segretario generale della Uilpa Nicola Turco.

Anche le altre sigle sindacati si sono unite in coro alla nota di Turco per chiedere all’unanimità che il governo rimetta mano al rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici.

Incalzato dai sindacati da una parte e vincolato dalla sentenza emessa della Corte Costituzionale lo scorso anno (che dichiarava appunto illegittimo il blocco della contrattazione), il governo si ritrova costretto a dover riaprire il dibattito. In un certo senso però lo ha già fatto: il premier Renzi aveva già annunciato che l’esecutivo si sarebbe impegnato su questo fronte, e poco dopo sono seguiti i primi fatti attraverso l’incontro del ministro Marianna Madia con le principali sigle sindacali.

Rinnovo dei contratti pubblici: ma quanto ci costa?

La volontà di rinnovare i contratti di lavoro dei dipendenti statali c’è da tutte e due le parti, cioè sia da parte dei sindacati che da parte del governo. Il problema però sta negli stanziamenti, visto che una misura complessiva, omogenea e ritenuta “minima” chiama comunque in causa delle cifre non poi così piccole. Secondo Nicola Turco della Uilpa, a questo proposito “servono sette miliardi di euro l’anno per riaprire la discussione, altrimenti significherebbe ragionare sul nulla”.

Turco ha anche provato ad avanzare delle proposte di reperibilità dei fondi, affermando che “i soldi ci sono, lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo: bisogna agire sulla politica dei bonus, sulle consulenze esterne nella Pubblica Amministrazione, sulla reinternalizzazione dei servizi, sul sistema degli appalti e degli acquisti e restituire anche ai lavoratori il frutto di quanto compiuto con la lotta all’evasione fiscale”.

Insomma, secondo il sindacalista basterebbe mettere assieme tutte queste misure per raggiungere la cifra dei sette miliardi di euro annui necessaria. Dopo di che se il governo volesse fare di più per rendere più funzionale la Pubblica Amministrazione tramite per esempio il reclutamento di nuovo personale, il potenziamento delle tecnologie, la formazione e l’aggiornamento professionale dei dipendenti, sarebbe comunque il benvenuto.