Referendum e spread: vediamo cosa accadrà

0
referendum

Il referendum costituzionale di fine anno si avvicina. Vediamo che cosa accadrà se a spuntarla saranno i no, come sembra più probabile oggi.

Secondo i sondaggi e le stime degli analisti, in caso di vittoria del no, l’Italia entrerebbe in una fase di instabilità politica e lo Spread tra Btp e Bund tornerebbe ad ampliarsi. Le riforme sarebbero a rischio e un governo tecnico di transizione avrebbe le mani legate.

Secondo Ubs il referendum sarà l’evento più importante in Europa. Secondo le previsioni, se il governo perde il differenziale nell’immediato si amplierebbe a oltre 155 punti base, per un balzo del 15% circa dai valori attuali. In caso di vittoria dei Si, lo Spread invece si ridurrebbe di 5-10 punti base. Al momento sui mercati del reddito fisso lo Spread tra i rendimenti decennali italiani e quelli della controparte tedesca oscilla intorno ai 135 punti base.

Gli analisti preferiscono essere “long” sul decennale spagnolo piuttosto che su quello italiano e consigliano di prevedere una copertura contro una potenziale escalation dei rischi italiani con la vendita del Btp decennale italiano a favore dei treasuries statunitensi.

Il Consiglio dei ministri ha fissato, come già anticipato, la data del referendum al 4 dicembre. Secondo Massimo D’Alema, si tratta di una scelta irresponsabile visto che capita a ridosso della fine dell’anno, in concomitanza con le elezioni presidenziali austriache che potrebbero terminare con la vittoria in mano ad una forza politica anti sistema e anti europea.

Il referendum italiano che si terrà prima della fine dell’anno avrà valenza storica: in caso di vittoria del si, infatti, apporterà una modifica alla legge fondatrice italiana, mettendo fine al bicameralismo, oppure potrebbe cambiare le sorti del governo. Il premier ha annunciato che, in caso di vittoria del no, si dimetterà da primo ministro, creando una crisi e portando alla creazione di un governo tecnico di transizione prima delle eventuali elezioni anticipate (di cui tra l’altro non si sa ancora con quale legge elettorale si andrà a votare).

Se ci si basa sulle intenzioni di voto dei principali partiti d’Italia, la vittoria dei No è molto probabile. Infatti, quasi metà del PD voterebbe contro, così come tutti i partiti all’Opposizione (sia di destra, sia di sinistra) e il MoVimento 5 Stelle.

Per Societe Generale c’è il 55% di chance che Renzi perda la battaglia referendaria. Nel 2017 si rischia quindi di vivere un anno di incertezza e cambiamento politici in Europa: si terranno anche le elezioni nelle altre due grandi potenze economiche del continente e dell’area della moneta unica, la Francia e la Germania.