Azioni Telecom Italia, volatilità ai massimi: Cattaneo lascia?

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cattaneo ad di telecom italia

In questo periodo le azioni Telecom Italia appaiono particolarmente volatili. Questa loro vulnerabilità deriva dal presunto addio che l’attuale amministratore delegato Flavio Cattaneo potrebbe annunciare da qui ai prossimi giorni. Indiscrezioni di stampa affermano infatti che l’ad sia pronto a rassegnare le proprie dimissioni per dei presunti contrasti con Vivendi, azionista di maggioranza della società.

Le voci di un presunto addio sono state smentite dallo stesso Cattaneo, ma i mercati non ci credono del tutto: qualcosa che non va nella compagnia numero uno delle telecomunicazioni ci deve pur essere, altrimenti non avrebbe senso l’intervento che la Consob ha fatto proprio di recente, chiedendo ufficialmente a Telecom Italia di chiarire quel che sta accadendo ai vertici della società.

Insomma, per effetto di questo via vai di voci le azioni del gruppo hanno registrato una nuova flessione a 0.7885 euro, sebbene nelle ultimissime ore abbiano ripreso slancio a quota 0.81. Dopo giornate di indiscrezioni su un possibile cambio di passo ai vertici di Telecom, la situazione è quindi fuori controllo e poco prevedibile. Capire cosa sta accadendo di preciso tra Cattaneo e Vivendi, quindi, è fondamentale per provare a prevedere l’andamento del titolo societario.

Ebbene, secondo fonti di stampa i contrasti tra il numero uno di Telecom Italia e il primo azionista della società, Vivendi, riguarderebbero la politica di posa della rete nelle cosiddette aree bianche, cioè in quelle aree definite “a rischio fallimento di mercato”. Le divergenze che si respirano tra i due contendenti si fanno sempre più accentuate e si ritiene che possano esplodere il 27 luglio prossimo, quando il consiglio di amministrazione di Telecom Italia si riunirà per approvare il risultati finanziari del primo semestre.

In quest’occasione potrebbe farsi strada un nuovo organigramma che, sempre stando a indiscrezioni di stampa, finirebbe con il ridefinire il ruolo di Cattaneo. O meglio, più che di una ridefinizione si tratterebbe proprio di una retrocessione. Secondo questa nuova impostazione, il ruolo di direttore generale verrebbe assegnato all’ex numero uno di Gvt Amos Genish, attualmente chief convergence officer, mentre parecchie deleghe operative che normalmente rientrano tra le competenze dell’ad, verrebbero assegnate a Giuseppe Recchi.

Il problema è che la stragrande maggioranza degli analisti è convinta che un cambio dell’amministratore delegato, a poco più di un anno dalla sua nomina, si ripercuoterebbe negativamente sul titolo societario.