Bpm-Banco Popolare, fusione approvata: ecco cosa cambia

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giuseppe castagna

La fusione tra Bpm e Banco Popolare è diventata realtà. Le assemblee degli azionisti di entrambi gli istituti si sono riunite sabato 15 ottobre e hanno approvato il piano di fusione di cui si discuteva ormai da qualche mese: la fusione dei due gruppi è stata approvata con il 99.5% da parte di Banco Popolare e con il 71.79% dei voti da parte di Banca Popolare di Milano (percentuale in quest’ultimo caso più bassa per via dell’influenza giocata dai soci pensionati della banca, da sempre schierati sul fronte del No alla fusione).

L’accorpamento delle due banche è stato sancito con tanto di polemiche e di entusiasmi, ma alla fine ciò che è stato stabilito (e che conta) è che la fusione porta alla nascita del terzo polo bancario italiano dopo Unicredit e Intesa Sanpaolo. Dopo il via libera da parte delle assemblee dei soci, insomma, nascerà un unico grande gruppo che porterà Banco Popolare a detenere una quota del 54.6% e Bpm ad essere rappresentata con il 45.4% degli azionisti. Ma esattamente che cosa accadrà d’ora in avanti e cosa cambierà per correntisti, investitori e dipendenti?

Nasce Banco-Bpm Spa: come sarà il nuovo gruppo

Questa nuova grande banca che si sta venendo a creare prenderà il nome di Banco-Bpm Spa e potrà contare su un market share pari all’8.2%, una quota di mercato che in termini assoluti equivale sostanzialmente a 4 milioni di clienti concentrati soprattutto nel Centro-Nord Italia (2.467 sportelli di questa banca saranno spalmati infatti tra Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto).

Banco-Bpm Spa avrà sede legale a Milano (dove ci sarà appunto il consiglio di amministrazione), ma è a Verona che avrà la sua sede amministrativa. A ricoprire il ruolo di amministratore delegato sarà Giuseppe Castagna, mentre a Carlo Fratta Pasini andrà il ruolo di presidente; Francesco Saviotti sarà poi presidente del comitato esecutivo e Maurizio Faraoni completerà il management nelle vesti di direttore generale.

La fusione dei due istituti porterà poi all’uscita di 1.800 dipendenti, anche se questa dismissione della forza lavoro avverrà solo per mezzo di appositi accordi sanciti su base volontaria; ma il piano prevede anche la chiusura di 335 filiali volta a permettere il raggiungimento di sinergie a regime di 460 milioni di euro. Praticamente impercettibili, invece, i cambiamenti per correntisti e investitori (che potrebbero risultare penalizzati solo per via della chiusura delle filiali a cui magari erano abituati a rivolgersi fino ad ora).

Gli obiettivi del nuovo Banco-Bpm Spa

La fusione Bpm-Banco Popolare è stata voluta per scongiurare un epilogo negativo della vita dei due istituti bancari, soprattutto alla luce di una congiuntura che come è noto non è particolarmente favorevole per le banche. La nascita di Banco-Bpm Spa dovrebbe portare infatti al raggiungimento di 1.1 miliardi di utili nel 2019, alla crescita della redditività dal 5.5% al 9% e a far salire il valore Cet1 dal 12.3% al 12.9%; si parla poi della riduzione dei crediti deteriorati che è il vero cuore di questo progetto e che dovrebbe consistere in una diminuzione delle sofferenze da 31.5 a 23.9 miliardi.