Cessione Pioneer: passi indietro per Poste Italiane, avanza Amundi

0
pioneer

La francese Amundi si trova nella posizione migliore per mettere le mani su Pioneer, la controllata di Unicredit attiva nel risparmio gestito che la stessa Unicredit ha annunciato da tempo di voler cedere.

Acquisizione di Pioneer: Poste Italiane perde quota

Quanto si legge in un rapporto pubblicato da Poste Italiane a cura di Icbpi, infatti, è proprio questo: il gruppo guidato da Francesco Caio potrebbe anche essere ritenuto uno dei più papabili per l’acquisizione di Pioneer, ma secondo il broker, dietro una transazione di questo genere si nasconderebbero non pochi inconvenienti per la società che si occupa di gestire il servizio postale in Italia.

Icbpi, in sostanza, si dice fondamentalmente convinto che l’esborso che sarà necessario fare per comprare Amundi sarà piuttosto pesante per Poste Italiane, e non farebbe altro che limitare le risorse che l’azienda potrebbe indirizzare invece sul settore e-commerce e dei servizi a pagamento.

Amundi verso Pioneer: la strada è spianata

Il motivo per cui Amundi viene ritenuto il marchio attualmente più vicino all’acquisizione di Pioneer, quindi, è strettamente legato a questa sorta di passo indietro a cui Poste Italiane sarà costretta. Stando ad alcune indiscrezioni di stampa, l’asset manager francese avrebbe assoldato come advisor anche Mediobanca insieme a Goldman Sachs, così da rendere sempre più papabile, conveniente e storico l’affare Pioneer.

Al tempo stesso, però, Amundi ha precisato che l’ipotesi di un’offerta da 4 miliardi avanzata dai suoi ambienti e battuta dagli organi di stampa è del tutto priva di fondamento.

Cessione di Pioneer: quali effetti su Unicredit?

La cessione di Pioneer, al di là di come andrà a finire, comporterà comunque un po’ di movimento in quel di Unicredit. Cedendo la controllata, infatti, la banca guidata da Mustier incasserebbe la bellezza di 2.9 miliardi di euro circa e vedrebbe così il proprio indice CET1 ratio salire di 80 o 90 punti base nel raggio di poco tempo.

In particolare, se si considera la cessione di Pioneer che dovrebbe vertere appunto intorno ai 3 (o anche 4) miliardi di euro, se si tiene conto della cessione di Bank Pekao quotata intorno ai 2.5 miliardi di euro e si prendono in considerazione le perdite conseguenti alla cessione di 20 miliardi di euro di sofferenze (parliamo di 2 miliardi circa), Unicredit dovrebbe riuscire a raggiungere un CET1 ratio vicino al 12%.

Per raggiungere il 13% basterebbe pertanto un aumento di capitale da “appena” 4 miliardi di euro, mentre per arrivare a un CET1 ratio del 14% occorrerebbe spingere sulla generazione di capitale da qui ai prossimi tre anni (30 punti base all’anno che porteranno appunto ai 90 punti base di cui parlavamo poc’anzi).