Generali compra il 3% di Banca Intesa: è la strada per le nozze?

0
generali assicurazioni

Era nell’aria, e sul finire della settimana la tanto attesa mossa da parte di Generali è arrivata: il gruppo assicurativo ha comprato il 3% di Banca Intesa per un valore di oltre 1 miliardo di euro. Con un comunicato ufficiale, la compagnia triestina ha ufficializzato il possesso del pacchetto titoli: “Assicurazioni Generali Spa – si legge nella nota – comunica di avere acquisito, in data odierna, 510 milioni di azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo Spa, pari al 3.04% del capitale sociale complessivo della stessa, e di avere dato il via alla procedura per porre fine al prestito titoli precedentemente annunciato”.

Ciò significa che Generali, che prima era titolare di una operazione di prestito titoli con acquisizione dei diritti di voto, ora come ora invece controlla in maniera vera propria un portafoglio pari a 1.1 miliardi di euro. E non appena messa a segno la mossa, Generali si anche autoprotetta dalle possibili oscillazioni di Borsa: nella nota si legge infatti che “il gruppo ha effettuato un’operazione in strumenti derivati collateralizzati per coprire totalmente il possibile rischio economico collegato all’acquisto delle suddette azioni”.

Il via libera definitivo alla presenza di Generali all’interno del capitale di Intesa giunge sul finire di una giornata che sin dalla mattinata aveva visto chiare aperture da parte del presidente del Leone, Gabriele Galateri di Genola. “Nell’ambito dello sviluppo del gruppo ci mostreremo aperti a tutte le forme di collaborazione che potranno presentarsi, a patto che siano industrialmente valide”, ha dichiarato Galateri.

La condizione posta da Generali insomma è molto chiara: si potrà cominciare a parlare di un possibile matrimonio con Intesa se e solo se i piani saranno validi e andranno nella direzione di quelli che sono i cardini di Generali, cioè “essere un’azienda italiana, internazionale, innovativa e capace di creare valore per i suoi azionisti”.

Il messaggio del gruppo triestino è forte e chiaro: nessuna operazione ostile, anzi, da parte sua massima apertura a “collaborazioni industriali” e non a “combinazioni industriali” così come avrebbero voluto da Intesa. Per Galateri, poi, ogni progetto deve mettere sotto tutela la vocazione “internazionale” delle Generali, scongiurando il rischio che pezzi del Leone possano finire all’estero come qualcuno teme nel caso di eventuali mosse da parte di Cà de Sass.

Ogni progetto avanzato da Intesa sulle Generali, precisano da Trieste, dovrà quindi dimostrare di poter fruttare più di quanto non faccia l’attuale strategia di Donnet che da parte sua sta comunque facendo un “ottimo lavoro”. Per di più, “in maniera molto intensa”, precisa Galateri.