Mediaset fa causa a Vivendi: chiesti 50 milioni al mese

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Mediaset passa all’attacco. Dopo la decisione del gruppo Vivendi di violare gli accordi raggiunti col Biscione lo scorso mese di aprile, ora prende ufficialmente il via la fase della resa dei conti.

Mediaset ha depositato al Tribunale di Milano una richiesta di risarcimento pari a 50 milioni di euro al mese per ogni mese lasciato scorrere senza che Vivendi onori gli accordi contrattuali. “La domanda giudiziale – si legge in una nota diffusa dal colosso di Cologno Monzese – è finalizzata ad ottenere l’esecuzione del contratto per ordine del giudice e il risarcimento dei danni sin qui subiti da Mediaset”.

Nei prossimi giorni anche Fininvest – che detiene il 33.4% di Mediaset – citerà in giudizio Vivendi per chiedere che l’accordo siglato l’8 aprile scorso venga rispettato in ogni sua forma. Vivendi aveva pattuito infatti anche uno scambio di partecipazioni del 3.5% con Mediaset e accettato, da parte sua, di non tentare la scalata per oltre il 5% del capitale sociale di Mediaset nei primi tre anni. Un altro accordo violato, appunto.

Mediaset vs Vivendi: la (triste) fine di un matrimonio

La citazione in Tribunale circolava nell’aria già da un po’. Era il 25 luglio quando il gruppo guidato da Vincent Bolloré chiedeva a Mediaset di ridiscutere il contratto (vincolante) sull’acquisizione di Premium: i francesi di Vivendi chiedevano in poche parole di poter rinunciare all’acquisizione del 100% di Premium e di aprire un nuovo contratto nell’ambito del quale Vivendi avrebbe dovuto acquisire solo il 20% di Premium e al tempo stesso salire al 15% di Mediaset. In poche parole, il gruppo di telecomunicazioni francese sperava di poter fare un passo indietro sulla pay tv – evidentemente considerata poco profittevole – e di poter recuperare questo dietrofront alzando l’asticella della partecipazione verso l’intero gruppo Mediaset.

Dopo circa un mese dall’annunciato passo indietro, Mediaset ha quindi deciso di procedere per vie legali. D’altra parte la posizione del Biscione è più che mai chiara e definita: bisogna rispettare il contratto originario, il cui closing era stato fissato con data 30 settembre 2016. Ciò non significa che da quel di Cologno Monzese non siano disposti a discutere eventuali altri termini dell’accordo, ma molto semplicemente la volontà degli italiani era ed è tuttora quella di onorare prima di tutto il contratto, ed eventualmente, soltanto in secondo momento, discutere su come ricalibrarlo per andare incontro alle nuove esigenze di Vivendi.

Vivendi tenta di ricucire lo strappo

Consapevole del fatto che in Tribunale avrà ben pochi margini di manovra per difendere la propria posizione (che in effetti è indifendibile anche agli occhi di persone non esperte), ora il gruppo di Bolloré sta provando a mettere nero su bianco una sorta di piano alternativo, una sorta di compromesso che possa permettere a Mediaset di soprassedere allo strappo consumatosi lo scorso 25 luglio. Ma le possibilità di successo sono ridotte allo zero virgola, e il prosieguo della faccenda sembra proprio destinato a continuare nelle aule di giustizia.