Monte dei Paschi di Siena, un autunno caldo: ecco cosa la aspetta

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Per Monte dei Paschi di Siena sta per sopraggiungere quello che con ogni probabilità sarà il momento più delicato della sua storia recente. A partire dal prossimo mese di settembre, infatti, il tanto atteso piano di risanamento dell’istituto di credito entrerà nel vivo e inizierà così a trasformarsi in un qualcosa di finalmente concreto.

La posta in gioco è molto alta, ed è per questo che il piano di risanamento messo in campo non è per nulla delicato né privo di fattori di rischio. Milano Finanza, in un suo articolo dedicato proprio a questo, ha scritto non a caso che “il piano di risanamento voluto per Mps farebbe tremare i polsi a qualsiasi banchiere, soprattutto in un periodo di forte incertezza congiunturale quale è quello attuale”.

L’autunno caldo di Monte dei Paschi di Siena

Insomma, per Monte dei Paschi si preannunciano settimane di fuoco. Prima di tutto la banca sarà chiamata ad iniziare il cosiddetto deconsolidamento dei 9.2 miliardi di sofferenze che ha ancora nel so portafoglio, mentre per novembre dovrebbe poter essere varato quell’aumento di capitale di cui sentiamo parlare ormai da diversi mesi. Come noto, l’ammontare della capitalizzazione si aggirerà in tutta evidenza intorno ai 5 miliardi di euro, ad un valore cioè che è 7 volte superiore rispetto a quella che è l’attuale capitalizzazione della banca!

Nel frattempo alcune fughe di notizie riportate dalla stampa italiana, affermano che Monte dei Paschi starebbe valutando l’idea di convertire volontariamente delle obbligazioni subordinate in azioni. L’obiettivo? Molto semplicemente ridurre l’ammontare dell’aumento di capitale. Tuttavia si vocifera che l’operazione dovrebbe riguardare i soli titoli che sono in mano agli istituzionali, cioè un bottino che al momento vale intorno ai 3 miliardi di euro.

MPS: nel board arriva un rappresentante dello Stato?

Ma le novità non sono finite qui, perché proprio nei giorni scorsi è stata sollevata la possibilità che lo Stato possa mettere un proprio rappresentante nel board di Mps. In fondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze detiene poco più del 4% della banca, per cui è naturale che a questo punto cominci a farsi sentire la voglia di assumere un ruolo nel contesto di quella banca. Insomma, dopo un continuo tira e molla il governo si sarebbe deciso ad entrare dentro Mps per cercare di tenere sotto controllo la situazione “dall’interno”.

I tempi di ingresso di questo rappresentante dello Stato non dovrebbero essere poi molto lunghi. Voci di corridoio affermano che il rimpasto potrebbe essere atteso già per settembre o tutt’al più per novembre, in pratica o poco dopo il varo del piano strategico o poco dopo la misura relativa all’aumento di capitale.

Per quanto riguarda i nomi, ne stanno circolando di diversi. Sembra però che il nome più probabile per ricoprire questo incarico sia quello di Antonino Turicchi, direttore generale per Finanza e Privatizzazioni del Tesoro. Turicchi è un affermato manager che ha ricoperto la carica di presidente di Alstom Spa e di ex responsabile della cartolarizzazione dei crediti e della vendita degli immobili degli enti previdenziali; dal 2002 al 2009 Turicchi ha poi indossato i panni di direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti. Insomma, potrebbe davvero essere lui l’uomo giusto, al posto giusto e soprattutto messo in Mps al momento giusto?