Poste Italiane, il governo rassicura: “Continuerà a rimanere pubblica”

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Nonostante i vari tentativi di (semi)privatizzazione, Poste Italiane, almeno per ora, rimarrà in mano allo Stato italiano. A ribadirlo è Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, che nel corso di un’audizione alla Camera ha spiegato: “In merito all’operazione di porre sul mercato un’altra quota del capitale sociale di Poste Italiane, prevediamo di determinare una partecipazione pubblica comunque non inferiore al 35%. In questo modo lo Stato potrà continuare a detenere il controllo della società”.

Insomma, il governo ha ancora l’intenzione di porre sul mercato un’altra quota di partecipazione di Poste Italiane, ma ciò non vuol dire che ci sarà una privatizzazione vera e propria: per quanto i privati siano intervenuti e interverranno ancora nel capitale sociale del gruppo, lo Stato continuerebbe a detenere il 35%, cioè la quota di maggioranza relativa.

Ma quando ci sarà questa seconda tranche di dismissione delle azioni? La messa sul mercato della seconda tranche di azioni di Poste Italiane dovrebbe slittare con ogni probabilità al 2017 e il bottino che lo Stato incasserà da questa operazione verrà utilizzato – almeno stando a quanto dichiarato dal ministro dell’Economia Padoan – per l’abbattimento del debito pubblico.

Tuttavia le operazioni che ancora una volta riguarderanno Poste Italiane non dovranno essere accolti con timore da parte dei dipendenti. Lo stesso Giacomelli ha fornito rassicurazioni in merito alla salvaguardia dei posti di lavoro: “Come ha già detto il ministro Pier Carlo Padoan in una recente audizione, non risultano previste azioni di intervento sui livelli occupazionali esistenti che non siano concordate su base volontaria con i dipendenti interessati, sulla base della strategia che la società sta perseguendo per migliorare la qualità e l’efficienza del servizio postale, logistico e più in generale di tutte le attività interne al gruppo”.

Nel frattempo il titolo di Poste Italiane continua a mantenersi sotto il livello del prezzo di collocamento: la seduta di ieri ha chiuso i battenti con un rialzo del 2% portando le azioni a un valore assoluto di 6.40 euro, a fronte di un prezzo dell’Ipo che verteva invece su 6.75 euro.

Il paventato interesse da parte di Poste nei confronti di Pioneer, la controllata di Unicredit specializzata nel risparmio gestito, potrebbe poi introdurre altri timori sull’andamento in Borsa. O almeno questo è quanto accade quando una società dà dimostrazione di voler investire. La cessione di Pioneer, in ogni caso, si stima che dovrebbe portare nelle casse di Unicredit almeno 3 miliardi di euro; ma per sapere se Poste sia per davvero interessata all’acquisto bisognerà aspettare il 20 settembre, quando ci sarà il termine per la presentazione di una manifestazione di interesse non vincolante.