Apple fa le valigie: dopo la multa Ue, i capitali rientreranno negli USA

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tim cook - ceo di apple

In questi giorni Apple è finita nell’occhio del ciclone per essere stata multata dall’Unione Europea per la “modica” cifra di 13 miliardi di euro. In poche parole, da quel di Bruxelles hanno stabilito che l’azienda abbia ricevuto dei favori fiscali da parte dell’Irlanda, pagando un’aliquota fiscale dieci volte più bassa rispetto a quella che è la normale aliquota vigente nel Paese sul reddito delle imprese. Per questo motivo l’Europa ha deciso che Apple dovrà rimborsare l’erario irlandese di tutta la differenza inevasa che ammonta appunto a 13 miliardi.

Apple multata dall’Ue: e ora che si fa?

La decisione della commissaria europea per la Concorrenza Margrethe Vestager ha dato luogo a un vespaio di polemiche, tanto da aver provocato persino una reazione da parte della Casa Bianca che nei giorni scorsi aveva esortato Bruxelles ad evitare questa maxi multa ai danni del colosso di Cupertino.

Ora che la decisione è presa, però, gli americani non demordono: Tim Cook, che di Apple è il numero uno, durante un’intervista concessa a RTE ha sollecitato la stampa e l’opinione pubblica a fare pressioni sul governo irlandese affinché questo presenti ricorso contro la decisione Ue, visto e considerato che l’Irlanda era d’accordo che Apple avesse un regime fiscale agevolato rispetto alle altre aziende (in virtù soprattutto delle migliaia di posti di lavoro creati nel Paese).

Apple pronta a riportare negli USA i capitali offshore

Sì, ma come si muoverà Apple nel frattempo? Tim Cook ha rivelato che per il momento l’azienda verserà quei 13 miliardi in una sorta di fondo di garanzia fino a che non ci sarà il ricorso in appello, e ha promesso che gli investimenti programmati in Irlanda continueranno comunque ad andare avanti.

Tra le altre cose, però, ha annunciato anche che “in questo momento direi che il rimpatrio dei capitali offshore è previsto per il prossimo anno”. Ciò significa che Apple riporterà in America tutti i soldi offshore detenuti altrove nell’ipotesi in cui il nuovo presidente degli Stati Uniti, che verrà eletto a Novembre, dovesse varare una riforma di abbassamento delle tasse applicate sul rientro dei capitali (aliquota che ora è fissata al 35%, una delle più alte al mondo).