Bill Gates spiazza tutti: “I soldi non mi servono, teneteveli”

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“La stragrande maggioranza dei soldi che ho non mi serve. Direi che oltre il 95% del denaro in mio possesso non è necessario né a me e nemmeno alla mia famiglia. Per questo ho la possibilità e l’opportunità di restituire questi soldi alla società, per accelerare l’innovazione a favore dei più poveri”. Sono parole shock quelle pronunciate da Bill Gates durante un’intervista al Corriere della Sera.

Parole grosse non tanto per il loro contenuto (benevolo e lodevole), quanto per il fatto che a pronunciarlo sia un magnate: probabilmente il primo dell’era più recente che abbia avuto il buon cuore di aprire il suo portafoglio a favore di persone meno fortunate di lui.

L’impegno di Bill Gates: filantropia e beneficenza come nuova missione di vita

Nell’intervista concessa al Corriere, il fondatore di Microsoft si è detto soddisfatto delle iniziative che sono state portate avanti dal suo Global Fund, il fondo istituito proprio da Bill e consorte per combattere l’Aids, la tubercolosi e la malaria. “E’ gestito bene e sta producendo ottimi risultati, anche se alcuni tardano più di quanto vorremmo”, ha detto Bill, precisando che questo Fondo continuerà a lavorare sodo grazie ai finanziamenti che ogni tre anni arriveranno proprio dalla famiglia Gates.

“Confidiamo che quanto facciamo sia reso noto, la mia fondazione contribuisce più di tutti tra i donatori diversi dai governi. E nella riunione che terremo sabato in Canada, incrementeremo ulteriormente i contributi stanziati”.

Insomma, la propria parte il buon Bill la sta facendo. Ma a suo parere anche altri dovrebbero avere il coraggio di diventare donatori e di sposare iniziative di questo genere: “Chiunque vada nei paesi africani e vede che il reddito è di cento dollari l’anno, si rende conto di quale pressione tutto questo comporti. Per tale ragione è importante che i governi, Italia compresa, si facciano avanti”. Secondo l’ex numero uno di Microsoft, se le donazioni e le iniziative dovessero proseguire così come hanno fatto finora, entro il 2030 potremmo assistere al crollo definitivo di queste malattie. E nel 2040 arrivare addirittura a debellare una volta per tutte la malaria.

Per quanto riguarda il suo lavoro, invece, Gates ha ammesso di avere avuto fortuna ridimensionando quello che è stato il suo contributo nel successo di Microsoft: “Mi sono solo limitato a mettere insieme al meglio gli ingegneri e i tecnici per permettergli di svolgere un lavoro innovativo”. Ma come si prova a parlare di tecnologia e di business, Bill prova a riportare il metro della discussione sulla beneficenza: “Credo nell’innovazione radicale, questo sì. Credo nel sogno di sradicare la poliomielite, di debellare la malaria e in altri obiettivi di progresso. Ma la parola rivoluzionario attiene ad altri ambiti”.