Brexit, la Scozia tenta la via dell’indipendenza per tornare in Europa

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La premier scozzese Nicola Sturgeon è più decisa che mai: la prossima settimana il governo presenterà una richiesta al Parlamento di Edimburgo per indire un nuovo referendum sull’indipendenza dopo quello che ci fu nel 2014 e che si espresse a favore della permanenza nel Regno Unito.

La numero uno del Partito nazionale scozzese vuole indire un’altra consultazione, anche perché dal referendum di tre anni fa è cambiata una cosa sostanziale: l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. L’obiettivo del governo guidato da Nicola Sturgeon in pratica è quello di vincere il referendum sull’indipendenza così da riportare la Scozia in Europa, anche perché nel referendum sulla Brexit il dato scozzese fu inequivocabile: il 62% aveva votato per rimanere dentro l’Ue, a fronte di un minoritario 38% che aveva invece optato per uscire.

La prima ministra scozzese ha annunciato la volontà di indire un referendum nazionale in conferenza stampa a Edimburgo, lamentando l’impossibilità di giungere a un accordo con Londra sui termini dell’uscita dalla Ue: affinché la Scozia abbia una vera scelta, ha ribadito Sturgeon, è necessario che si indica un referendum “tra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019”. Secondo la leader scozzese, se il Paese non si pronuncerà su che tipo di relazione vorrà mantenere con Bruxelles prima dell’uscita dell’intero blocco anglosassone (previsto entro il 2018), a quel punto si andrà verso “un lungo periodo fuori non solo dall’Unione europea, ma anche dal mercato unico”.

Tuttavia il governo di Theresa May non vuole affatto concedere alla Scozia la possibilità di giocarsi la sua carta. Tanto che la prima ministra scozzese ha accusato May di aver alzato un “muro di intransigenza” di fronte alle richieste della Scozia. Secondo gli inglesi, però, “un altro referendum sarebbe divisivo e causerebbe una grave incertezza economica”. Inoltre, ha ribadito May in un’intervista alla Bbc, “l’evidenza mostra che la popolazione scozzese vuole rimanere nel Regno Unito e che non vuole un secondo referendum sulla separazione della Scozia”. La titolare di Downing Street, infine, ha aggiunto: “La visione limitata che il Partito nazionale scozzese non fa altro che offrire è profondamente deplorevole”.

Insomma, le possibilità che la Scozia riesca a fare il suo referendum sull’indipendenza sono davvero minime, perché da parte loro, gli inglesi sono convinti di avere già dato questa possibilità (sotto l’allora governo Cameron). Ora il rischio è che la Scozia, a maggioranza europeista, venga trascinata in un percorso che non è affatto il suo. E tanto meno quello che vorrebbe per sé.