Brexit, Theresa May accelera i tempi. Crollo della sterlina

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Sembrava ci fosse tutto il tempo del mondo per prendere le cose con una certa calma, e invece no: incalzata dai sostenitori della Brexit, il premier britannico Theresa May ha dichiarato in via ufficiale che l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea subirà una netta accelerazione rispetto alla tabella di marcia iniziale. La Brexit, insomma, è più vicino di quanto si possa pensare.

Le dichiarazioni della premier inglese hanno trovato il plauso di moltissimi cittadini che al referendum del 23 giugno scorso votarono per il Leave, ma al tempo stesso hanno provocato un netto crollo della sterlina. Nelle ultime interviste concesse al Sunday Times prima e alla BBC dopo, la May ha affermato che il processo di uscita del Regno Unito dall’Ue verrà avviato in tempi relativamente brevi, al massimo entro marzo 2017.

Brexit: ecco come si procederà

Il primo passo che sancirà la formalizzazione dell’uscita sarà l’abolizione della legge che fece entrare Londra in quella che allora era la Cee (trasformatasi poi in Unione Europea). Contestualmente, il governo di Downing Street attiverà la clausola di uscita sancita espressamente dall’articolo 50 del trattato di Lisbona. In pratica, la Brexit inizierà a prendere forma rivedendo un attimo l’apparato legislativo.

In un secondo momento, il governo britannico proverà ad entrare nel vivo dei negoziati con il resto dell’Unione Europea per fare in modo che l’uscita del Paese possa essere il meno traumatica possibile. Del resto, non dimentichiamo che l’Unione Europea è garanzia di stabilità, è motivo di affari e dà diritto alle persone che ne fanno parte di poter accedere agli altri stati membri con tutta una serie di agevolazioni (cose che il Regno Unito potrebbe veder barcollare se i negoziati non dovessero portare ad una soluzione condivisa).

Mercato unico e immigrazione: cosa ne sarà del Regno Unito post Brexit?

La May ha chiarito che per evitare pericolosi vuoti normativi, le leggi europee attuate fino al momento della Brexit verranno tutte trasformate in leggi nazionali del Regno Unito. In questo modo verrà garantita una sorta di continuità tra il prima e il dopo.

Ma ciò non significa che il Regno Unito continuerà a garantire le stesse identiche condizioni che ha assicurato fino a poco tempo fa: ad esempio, in materia di immigrazione il governo si riserverà il diritto di chiudere le frontiere e anche di varare una stretta sui lavoratori provenienti dal resto d’Europa. La May, infatti, è stata molto chiara su questo punto: Londra non accetterà l’accesso al mercato unico europeo in cambio di concessioni sulla libera circolazione delle persone.