Corruzione nel mondo: l’Italia maglia nera d’Europa

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Probabilmente non rappresenta affatto una novità, fatto sta che anche quest’anno l’Italia finita tra le posizioni più discusse della classifica redatta da Transparency International sul livello di corruzione nei vari Paesi del mondo. La corruzione nell’ambito statale è una piaga che affligge sempre più stati, ma per avere una visione di insieme di questo fenomeno e per capire chi nell’ultimo anno si è comportato meglio e chi invece ha fatto peggio, diamo subito un’occhiata ai posti più interessanti di questa classifica.

Corruzione: come funziona il Corruption Perceptions Index

Prima di dare uno sguardo nel dettaglio, è bene sottolineare che il Corruption Perceptions Index prende in esame 175 Paesi e tiene conto dell’incidenza che la corruzione ha nel loro settore pubblico. L’indicatore funziona praticamente in questo modo: più il punteggio è basso e più la corruzione è diffusa, cioè più è basso e più significa che in quel Paese vi sono pochissime norme volte a punire i reati di corruzione e anche, chiaramente, un più alto rischio di corruzione nelle istituzioni pubbliche che hanno in mano il governo del territorio.

E a freddo, ci si rende subito conto di come nessun Paese abbia ottenuto punteggio 0 (molto corrotto), e di come nessun’altro abbia realizzato 100 (ovvero zero corruzione).

Corruzione nel mondo: Paesi migliori e Paesi peggiori

I paesi più puliti dal punto di vista della corruzione sono:

  1. Danimarca: 92
  2. Nuova Zelanda: 91
  3. Finlandia: 89
  4. Svezia: 87
  5. Norvegia – Svizzera: 86
  6. Singapore: 84
  7. Paesi Bassi: 83
  8. Lussemburgo: 82
  9. Canada: 81

I paesi più corrotti del mondo invece sono:

  1. Somalia – Corea del Nord: 8
  2. Sudan: 11
  3. Afghanistan: 12
  4. Sud Sudan: 15
  5. Iraq: 16
  6. Turkmenistan: 17
  7. Uzbekistan – Libia – Eritrea: 18

E dell’Italia, che dire? La classifica indica l’Italia come 61esima in classifica, mentre la Gran Bretagna viene data per 78esima. Dei passi in avanti sono stati fatti per entrambe, ma è evidente che la situazione italiana rimanga ancora molto allarmante visto e considerato che, con un punteggio del genere, porta il Bel Paese ad essere maglia nera d’Europa e a condividere il suo posto in classifica con Paesi non poi così “da esempio”.

Interessante è poi il dato riguardante i Paesi in via di sviluppo BRIC (vale a dire Brasile, Russia, India e Cina) e MINT (Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia) che conquistano risultati non poi così buoni dato che si tengono tutti rigorosamente sotto soglia 46 punti.