Deutsche Bank: gli USA chiedono 14 miliardi per i subprime

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Le autorità federali statunitensi nell’ambito di una vertenza legale chiedono al colosso creditizio tedesco 14 miliardi di dollari per chiudere un occhio sul ruolo molto attivo della banca nella vicenda dei mutui subprime.

Una vera e propria tragedia quella dei mutui subprime, o meglio del loro impacchettamento in titoli di finanza strutturata, che ottennero dalle più importanti società di rating del pianeta la tripla A che garantì a quei titoli di essere acquistati dai fondi pensione, dalle compagnie assicurative e da investitori tranquilli per l’alto rating e per la clausola di riacquisto che i venditori stessi inserivano nei contratti.

Nel 2007 andarono in default due o tre entità finanziarie statunitensi per motivi di liquidità di cui nessuno capiva allora i motivi ma che erano strettamente legati a quella spirale viziosa fatta di calo vistoso dei prezzi delle case, difficoltà dei mutuatari a far fronte alle rate da pagare che, tipico dei subprime, dopo i primi cinque anni, schizzavano verso l’alto.

Forse la crisi finanziaria si sarebbe evitata se al governo non ci fossero stati George W. Bush, coinvolto nello scandalo delle Saving and Loans qualche anno prima proprio per aver erogato mutui con estrema leggerezza; il ministro del Tesoro Hank Paulson, ex numero uno di Goldman Sachs che sapeva benissimo che quei titoli comprendevano in minima parte i mutui e poi tutt’altro. Roba che sarebbe crollata in presenza di una certa percentuale di default della componente mutui, acendo scattare le clausole di riacquisto a carico dei venditori degli stessi titoli con conseguente default di chi li aveva venduti. E il presidente della Federal Reserve, Benjamin Bernanke, influenzato dal predecessore Alan Greenspan, studioso di storia dell’economia, specializzato in crisi finanziarie.

Questi tre avrebbero potuto impedire la crisi se non fosse intervenuto il blocco totale della liquidità che richiese alle banche centrali coinvolte (BCE, Federal Reserve, Bank of England) interventi per svariate centinaia di miliardi.

Quando le cose iniziarono a peggiorare scomparve l’intera categoria di entità finanziarie specializzate nell’erogazione dei mutui che non potevano reggere le nuove richieste di riacquisto dei mutui erogati e ceduti a banche di varia dimensione. Seguì crollo del mercato immobiliare e milioni di americani espropriati delle loro case, milioni di disoccupati, il fallimento di centinaia di banche e quello di Lehman Brothers, l’acquisizione di Merrill Lynch da parte di Bank of America.

Deutsche Bank rifiuta di pagari i 14 miliardi di dollari e inizia una trattativa tra i suoi legali americani e il Governo statunitense , trattative che probabilmente ridurranno la cifra, ma rimane il peso della richiesta fatta ad un giudice federale di nominare una personalità indipendente incaricata di valutare cosa è nascosto nei forzieri delle sue due enormi divisioni di Corporate & Investment Banking.