Donald Trump presidente: le riforme economiche in agenda

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Donald Trump

Vinte le elezioni statunitensi, per Donald Trump si avvicina inesorabile il momento di iniziare a governare. Su di lui pesano riforme economiche e fiscali di grande portata, riforme che lui stesso in campagna elettorale ha promesso di voler attuare una volta insediatosi alla Casa Bianca. L’incarico gli verrà affidato il 20 gennaio prossimo, e già a partire dal giorno successivo la macchina inizierà a mettersi in moto seguendo una traiettoria che Trump ha già piuttosto chiara in mente.

Le riforme economiche nell’agenda Trump

Secondo il sito internet a lui dedicato, le riforme che il tycoon newyorchese vuol portare nella terra a stelle e strisce si basano fondamentalmente su un nuovo piano fiscale pro-crescita, su un quadro normativo più snello, su una politica commerciale più protezionista e su un piano energetico altamente rivalutato in chiave pro-fossile.

In particolare il neo presidente eletto ha promesso un aumento della spesa pubblica in termini di investimenti infrastrutturali e un netto taglio delle tasse sulle imprese. Di dettagli non ne sono emersi ancora, ma un elemento è riuscito a venir fuori ormai da tempo: il piano Trump per la riduzione delle tasse prevede un taglio dal 35% al 15% dell’aliquota che grava sulle imprese; e in concomitanza con questo, si parla anche di un aumento delle detrazioni per famiglie e aziende che di fatto verrebbe quadruplicato in termini di portata. Netto no, inoltre, a un possibile aumento delle tasse per i super ricchi (proprio su quest’ultimo punto i democratici hanno annunciato di voler dare battaglia).

Obamacare: resta o verrà eliminata?

Tra le riforme che non sono prettamente fiscali, ma che con l’economia hanno comunque un nesso, spunta la tanto famigerata abolizione dell’Obamacare, ovvero di quella riforma varata dall’amministrazione Obama che ha permesso a molti milioni di americani in più di poter godere dell’assistenza sanitaria gratuita.

L’obiettivo di Donald Trump in questo caso è chiaro: restituire agli Stati l’autonomia di decidere su eventuali riforme sanitarie, e fare in modo che nel sistema delle assicurazioni sanitarie possano aumentare scelta, qualità e prezzi più accessibili.

Sull’Obamacare però non è ancora detta l’ultima parola, perché dopo un incontro formale avuto con Barack Obama, lo stesso Trump si è detto disposto a valutare se conservare alcuni punti della riforma sanitaria democratica anziché buttarla in toto nel cestino.

Riforma di Wall Street

Dopo di che il miliardardio neyworchese ha fatto sapere di voler smantellare la Dodd-Frank, la legge approvata nel 2010 nel pieno della crisi finanziaria e considerata dai più come uno dei grandi successi di Obama. La riforma in questione sarà sostituita da Trump con politiche pro-crescita. “L’economia della Dodd-Frank non funziona bene per i lavoratori. I tappeti rossi della burocrazia non sono la risposta. La Dodd-Frank verrà sostituita con nuove politiche che incoraggino la crescita dell’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro”.