Enel in pole position per i tassi di interesse bassi

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Enel si piazza in pole position per sfruttare al meglio le eventuali opportunità che le si presentano, sopratutto per quanto concerne le condizioni di rifinanziamento.

Questo è il pensiero degli analisti di Ubs che sostengono che, proprio a causa dei tassi d’interesse molto bassi che caratterizzano lo scenario corrente, da inizio anno le utilities europee abbiano già emesso obbligazioni per circa 5 miliardi di euro ad un costo inferiore all’1,6%, nettamente al di sotto del costo medio attuale del debito al 4%.

Lo scorso mese, Edp, azienda con un’alta leva finanziaria, ha immesso nel mercato un bond a 7 anni da 1 miliardo a un costo dell’1,1%. Di conseguenza, si prevede che, entro il 2018, occorrerà rifinanziare circa il 20% dell’indebitamento lordo, facendo presagire un costo medio inferiore dell’80%, con probabile ritocco in positivo delle stime sull’utile per azione. Gli analisti ritengono possibile un rialzo dell’eps dal 5% al 13% al 2018. Il modo in cui le società saranno in grado di sfruttare la situazione dipende dalla diversa maturità del debito, dal costo dello stesso e dalla minore o maggiore sensibilità verso i debiti previdenziali o i tassi di rendimento delle reti regolamentate.

Secondo Ubs, questo contesto permetterà a Gas, Enel e Edp di uscirne vincitori. Si tratta di titoli sui quali la banca d’affari ha ribadito il rating buy. Le tre aziende possiedono infatti, secondo Ubs, un’alta percentuale di obbligazioni in scadenza nel periodo 2016-2018, possono sfruttare i possibili risparmi dati dal rifinanziamento, alla luce di un elevato costo di uscita e hanno un’esposizione limitata verso gli oneri previdenziali e verso un potenziale ribasso dei ricavi regolamentati permessi. Tali benefici dovrebbero essere sufficienti ad assicurare un solito rialzo delle stime del consenso, anche in caso di nuova crescita dei tassi dai livelli correnti.

Nel frattempo, a Piazza Affari il titolo Enel è in rialzo dello 0,1%, mentre proseguono le manovre del gruppo sul fronte della fibra e sul piano di concessione degli impianti dismessi sul territorio italiano.

Il CEO del gruppo, Francesco Starace, ha dichiarato in un’intervista come nel nuovo piano industriale, la cui presentazione è prevista per il 22 novembre prossimo, l’attenzione sarà data maggiormente al settore retail, seguito dalla fibra (area di rinnovato interesse dopo l’acquisizione di Metroweb). Proprio l’annessione di Metroweb, che sarà finalizzata a fine novembre, permetterà ad Enel di sviluppare le competenze industriali e l’esperienza della neo annessa, migliorando il profilo finanziario del gruppo.

Obiettivo della società è quello di portare il margine sui ricavi al 71% entro fine 2018, per raggiungere l’85% entro il 2030. Molto importante a riguardo sarà il ruolo e la progressione della nuova nata, Enel Open Fiber, che potrebbe sbarcare in Borsa a breve. La nuova nata ha aggiornato il piano strategico, aumentando gli investimenti e impiegando l’85% degli stessi nel periodo 2016-2021 e aumentando il numero di città interessate da 224 a 250.

Enel sta inoltre vendendo pezzo per pezzo le diverse componenti appartenenti agli impianti non più funzionanti. Si tratta di un processo piuttosto lungo, vi sono infatti stabilimenti che risultano ancora in fase di studio per la valutazione di un’eventuale riqualificazione.