Enel, Telecom Italia e la banda larga

In seguito all'avanzata di Enel nella fibra ottica, e al ruolo della Cassa dei depositi e prestiti che ha deciso di preferire il gruppo elettrico a Telecom Italia per vendere le quote di controllo di Metroweb, l'ad di Telecom, Italia Flavio Cattaneo, ha iniziato la sua controffensiva.

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Cattaneo si sente discriminato e non ha intenzione di tirarsi indietro in un settore che ha visto la sua azienda monopolista per anni. Pertanto l’ad ha richiesto: assenza di vincoli regolamentari per tutti gli operatori, o paletti anche per Enel, e rigida separazione contabile e organizzativa tra il gruppo elettrico e Enel Open Fiber, la controllata per la fibra, annullamento della delibera del Garante 120 del 2016 che regola la vendita wholesale e del bando di Infratel per Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Molise, Toscana e Veneto, del 3 giugno 2016.

La controffensiva di Telecom Italia si gioca su più fronti, coinvolge più soggetti e potrebbe far vacillare gli obiettivi del governo in materia banda larga. Si parla infatti di un ricorso al Tar del Lazio contro Agcom, il Garante per le Comunicazioni, il ministero per lo Sviluppo economico e Infratel, società del ministero e braccio operativo nell’operazione; nonchè un esposto agli uffici della Direzione generale per la Concorrenza della Commissione europea che attende chiarimenti dal Garante italiano.

L’obiettivo è colpire Enel, guidata da Francesco Starace, che è stata preferita a Telecom Italia dalla Cassa depositi e prestiti per vendere le quote di controllo di Metroweb, e che è scesa in campo per la costruzione della nuova Rete a banda larga.

A Telecom Italia non va giù la delibera del Garante che regola la vendita wholesale, in quanto i prezzi devono essere applicati in modo equo e non discriminatorio, secondo l’azienda, che ne chiede pertanto l’annullamento. Secondo Telecom infatti, Infratel stabilisce i prezzi del noleggio della rete in caso di un finanziamento pubblico totale, mentre questo è compito del Garante.

Cattaneo inoltre ribadisce da mesi la necessità di una regolamentazione uguale per tutti che metta le imprese nelle stesse condizioni. “È giusto far rispettare le regole a Telecom. Però poi vogliamo che queste regole vengano applicate a tutti. E le regole vanno date prima, non dopo, e devono essere uguali per tutti”, questo il pensiero dell’ad di Telecom che è intenzionato a difendere gli interessi della sua azienda ad ogni costo.

La richiesta di Telecom in breve è “Meno paletti a Telecom o maggiori regole ad Enel”. Infatti o l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato regolamenta anche i nuovi attori, oppure deregolamenta Telecom, perchè altrimenti i nuovi entranti possono fornire un collegamento e venderlo wholesale ad un prezzo stabilito, mentre Telecom si trova costretta a vendere, magari anche un collegamento qualitativamente meno valido, ad un prezzo più alto.

Nelle scorse settimane inoltre Telecom ha siglato un accordo con A2A per lo sviluppo comune delle infrastrutture in fibra ottica a Milano. Telecom potrà quindi utilizzare le canaline di A2A per la posa della fibra ottica o per progetti comuni sulla rete. Al momento l’accordo tra le due aziende riguarderà solo l’area milanese, dove Telecom non utilizza la rete Metroweb, ma l’accordo potrebbe estendersi anche ad altre città.