Engie: la Commissione Europea indaga sui trattamenti fiscali ricevuti dall’azienda in Lussemburgo

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La Commissione Europea nella figura della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, ha aperto un’indagine in merito agli accordi tra multinazionali e singoli stati coinvolgento Engie (ex Gdf), colosso francese delle utilities.

L’inchiesta verte sul presunto trattamento fiscale concesso dal Lussemburgo al gruppo francese, ritenendo che alcuni accordi con l’amministrazione lussemburghese abbiano conferito alla società dei vantaggi ingiustificati rispetto ad altre società, violando le regole europee sugli aiuti di stato.

Dopo Fiat-Chrysler, Starbucks, Apple è ora il turno di Engie, attualmente al centro di una bufera in merito a presunti favori concessi all’azienda dallo stato del Lussemburgo. Pare che anche McDonald’s, da tempo sotto inchiesta da parte dell’Unione Europea per lo stesso motivo, riceverà a breve una multa da 500 milioni di dollari.

La Commissione intende verificare se le autorità fiscali hanno aggirato la legge nazionale nel loro accordo con l’azienda, trattando in modo incoerente le transazioni tra filiali.

Le transazioni finanziarie infatti possono essere tassate in modo diverso a seconda del tipo di transazione, su azioni o su debito, ma le aziende non possono avere entrambi vantaggi su entrambe le operazioni. La commissaria Margrethe Vestager indagherà pertanto sul Tax ruling del Lussemburgo che sembra invece consentire a Gdf Suez di pagare meno delle altre aziende. In particolare, si indaga sui prestiti che Gdf Suez Lng avrebbe concesso nel 2009 a Lng Luxembourg e nel 2011 a Electrabel Invest Luxembourg, entrambe società controllate dal gruppo Gdf Suez. I prestiti sarebbero stati trasformati in patrimonio netto dai due beneficiari che avrebbero ricevuto un trattamento fiscale contrario alle regole.

Gdf Suez poteva effettuare accantonamenti per il pagamento degli interessi, ma i redditi dei beneficiari dei prestiti (Lng Luxembourg ed Electrabel Invest Luxembourg) venivano trattati come una remunerazione simile ai dividendi di Gdf Suez. Come sottolinea la Vestager: “Le transazioni finanziarie possono essere tassate in modo diverso a seconda del tipo di operazione, patrimoniale o di debito, ma una singola azienda non può avere il meglio dei due mondi per una stessa operazione”.

La famosa catena americana di fast food, McDonald’s invece avrebbe pagato un’aliquota media dell’1,49% su circa 1,8 miliardi di utili realizzati in Lussemburgo dal 2009. Decisamente meno rispetto all’aliquota media applicata dal Granducato alle imprese: 29,2%.

Il gruppo americano replica: “Abbiamo pagato le tasse dovute e non abbiamo ricevuto alcun trattamento di favore”.

Bruxelles ha aperto il dossier Mc Donald’s nello scorso dicembre, dopo la vicenda dei Luxleaks in Lussemburgo, che rivelarono una serie di accordi tributari segreti tra il paese e le multinazionali.