Fiat Chrysler Automobiles e il fallimento di Takata

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Fiat Chrysler Automobiles

Problematico il recupero dei costi da parte di Fiat Chrysler Automobiles in caso di eventuale fallimento della giapponese Takata per i continui richiami di airbag.

Takata, società di componenti automobilistici con sede in Giappone, sarebbe, secondo indiscrezioni di stampa, a rischio bancarotta mentre proseguono le negoziazioni con alcuni fondi di private equity interessati al gruppo. Secondo le indiscrezioni, i candidati a rilevare la società, tra cui i fondi di investimenti Calyle e Kkr e il produttore nipponico di componentistica per auto, Daicel, starebbero considerando la possibilità di far ricorso a procedure fallimentari per alleggerire il carico debitorio. Sempre secondo queste ricostruzioni, entro la fine di ottobre Takata restringerà a uno o due i candidati per rilevarla.

Il fallimento di Takata, a cui hanno contribuito i continui richiami di circa 100 milioni di airbag a seguito di malfunzionamenti che hanno causato almeno 15 morti e decine di feriti, renderebbe problematico il recupero parziale dei costi di richiamo da parte di Fca e delle altre case produttrici coinvolte. Solo Chrysler ha dovuto richiamare più di 1,4 milioni di veicoli negli Usa e un altro mezzo milione circa nel resto del mondo.

Fca ha già predisposto accantonamenti legati ai problemi degli airbag Takata sebbene non sia chiaro se tali accantonamenti coprano i problemi emersi lo scorso 16 settembre, quando Fca ha avviato un richiamo su oltre 1,9 milioni di veicoli in tutto il mondo per risolvere il problema degli airbag.

Resta ancora da chiarire se i costi collegati a quest’ultimo richiamo siano già stati stanziati, visto che nel secondo trimestre erano stati già accantonati 568 milioni per i difetti degli airbag Takata o se ne saranno necessari altri nel terzo e quarto trimestre.

Banca Akros ed Equita hanno confermato il rating buy, la prima con un prezzo obiettivo a 10 euro e la seconda a 8,9 euro sul titolo Fiat Chrysler  Automobiles, che al momento a Piazza Affari segna la performance peggiore con un calo dello 0,87% a 5,685 euro, in un mercato in rialzo dell’1,2%.