Gli alti dividendi tornano di moda

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Difficile la ricerca al rendimento con mercati vicini ai massimi storici e la ripresa della volatilità.

Gli alti rendimenti tornano di moda ma, secondo gli analisti, è meglio non avventurarsi sui soliti nomi noti e tenere d’occhio la volatilità. Scegliere le azioni che danno uno yield superiore a quello dell’indice e che operano in settori stabili dovrebbe dare un po’ di protezione in caso di movimenti repentini degli indici, secondo gli analisti.

Nonostante la volatilità registrata sui mercati dall’inizio dell’anno, l’indice S&P500 ha mostrato rialzi settimanali vicini al 9%. La volatilità sul benchmark americano è passata da 12 punti a 16 la scorsa settimana. La volatilità, pur essendo inferiore alle medie storiche, è forte anche in Europa: circa 20 punti per il Dax di Francoforte o l’indice paneuropeo EuroStoxx 50. Sfiora i 27 punti per l’indice Ftse Mib Ivi (Implied volatility index). In pratica tutti viaggiano su livelli superiori al mercato svizzero o a quello londinese che hanno performance migliori da inizio anno.

Una delle cause di questa situazione è la politica della Banche centrali che da quasi otto anni, stanno inondando i mercati di liquidità. Questa strategia ha avuto un doppio effetto: nonostante i picchi, tiene la volatilità sotto controllo; nel frattempo riduce drasticamente i rendimenti ottenibili con gran parte delle attività finanziarie (questo vale soprattutto per i bond). E quando la prospettiva dei guadagni è limitata, gli investitori diventano più sensibili alle variazioni di prezzo anche quando sono più contenute rispetto al passato.

Dal punto di vista operativo, ci sono margini di manovra. La maggior parte dei segmenti che formano il mercato azionario hanno registrato rally, sopratutto i settori che normalmente danno cedole interessanti, come le utility. Per questo conviene andare a cercare in quelle aree dove le valutazioni hanno ancora margini di crescita: i beni di consumo difensivi, l’immobiliare, il farmaceutico e i finanziari. I nomi da scegliere sono quelli che trattano con uno sconto di almeno il 10% rispetto al rapporto prezzo/fair value”.

Ci sono però alcune norme di prudenza che da seguire. Ogni azione infatti, anche quella di migliore qualità e con il dividend yield migliore, può diventare ostaggio della volatilità molto più dei bond, per questo non dovrebbe essere usata per sostituire la quota di investimento del reddito fisso del portafoglio. I titoli con un alto dividendo perdono meno rispetto al resto del mercato nelle fasi di turbolenza, ma comunque possono far segnare ribassi importanti. Tra l’altro tengono a comportarsi male quando ci sono dei rialzi dei tassi. I bond invece sono più prevedibili.