Mastercard: è azione legale a Londra

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Guai nel Regno Unito per il colosso finanziario americano che avrebbe applicato commissioni troppo elevate sulle transazioni dei clienti. Naturalmente oltre oceano sono fortemente in disaccordo con i motivi alla base della richiesta di indennizzo.

Class action da record quella che potrebbe dover affrontare Mastercard nel Regno Unito. I clienti britannici hanno avviato infatti un’azione legale contro il colosso americano e chiedono danni per 14 miliardi di sterline (oltre 16 miliardi di euro) per aver pagato commissioni ritenute contrarie al diritto di concorrenza, quindi troppo elevate. A citare la società in giudizio è stato un ex capo dei servizi finanziari, che ora potrebbe mettere in ginocchio un colosso come MasterCard, con un risarcimento tra i più esosi della storia legale britannica.

La notizia arriva dalla Bbc, che commenta “Questo è stato quasi come una tassa invisibile, MasterCard si è comportata in modo vergognoso. Non hanno avuto la ragionevolezza di accettare che ciò che stavano facendo danneggiava i consumatori del Regno Unito“. Dura la risposta della società che si è dichiarata innocente, e si vuole difendere con forza dall’accusa. La Bbc sottolinea inoltre la presenza di un precedente nel 2014 per il quale si era stabilito che Mastercard non potesse applicare sulle transazioni le cosiddette Cim, commissioni interbancarie multilaterali, pagate dalla banca dell’esercente a quella dell’acquirente. Mastercard, da allora, aveva ridotto le spese imposte ai clienti, ma la causa copre un periodo anteriore: 1992 – 2008.

Non è scontato che l’azione legale vada a buon fine. La class action si trova al momento al Competition Appeal Tribunal, il tribunale londinese che deve valutare se ci siano o meno gli estremi per procedere. Superati i passaggi preliminari, la causa dovrebbe approdare in tribunale, ma ci vorrà del tempo, probabilmente non prima del 2018.

Stessa sorte per l’americana Wells Fargo che dovrà sborsare 185 milioni di dollari per pratiche illegali con le quali i suoi dipendenti aprivano conti correnti con carte di credito per i loro clienti senza la loro approvazione, come stabilisce invece la legge americana.