Nuovo centro Amazon in Piemonte: più robot meno maratone?

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Apre il quarto centro Amazon in Italia

Amazon si appresta ad inaugurare, entro settembre 2018, il suo quarto centro di distribuzione italiano, sito in questo caso a Torrazza Piemonte, a pochi chilometri da Torino. Tale unità impiegherà circa 1.200 persone e farà da apripista a una tecnologia assolutamente innovativa: Amazon Robotics.

A differenza di quanto accade in altri magazzini (anche italiani), quello in arrivo nel Nord Italia si avvarrà dell’aiuto di appositi robot che avranno un compito semplice ma sostanziale al tempo stesso: sollevare gli scaffali e spostarli fino ai punti in cui si trovano i vari addetti allo smistamento e alla spedizione della merce. In questo modo non ci sarà più bisogno di correre da una parte all’altra del magazzino, né di reclutare runner professionisti (come effettivamente è stato fatto altrove, come per esempio nel reatino).

D’ora in avanti i robot si occuperanno della parte più scomoda del lavoro, avvantaggiando i dipendenti, è chiaro, ma procurando grossi benefici anche all’azienda stessa che in questo modo non si ritroverà più a dover fare i conti con proteste di vario tipo relative alla frenesia del lavoro a cui erano (sono) sottoposti molti suoi dipendenti.

Tali robot, del peso di 145 chilogrammi, sono capaci di sollevare scaffali fino a 340 chilogrammi e di spostarsi a una velocità di 5 km/h. Quando non sono in funzione vengono appositamente recintati onde evitare che possano mettersi in funzione “da soli” e causare incidenti di vario genere, e a questo, ossia al loro inserimento nelle apposite gabbie, ci penseranno solo ed esclusivamente operai debitamente formati. Insomma, l’arrivo di Amazon Robotics, per giunta previsto in un nuovo sito quale è quello piemontese, potrebbe prefigurare il nuovo modello di lavoro di Amazon. Un modello che sembra in grado di coniugare diritti dei lavoratori ad efficienza e praticità.

E’ vero anche però che se una volta il dipendente di Amazon correva (nel vero senso del termine), con l’avvento di questa tecnologia rischia invece di rimanere un po’ troppo fermo. A questo proposito il modello di lavoro sviluppato dall’azienda prevede che i dipendenti svolgano la loro mansione sopra delle pedane vibranti, che proprio grazie alle vibrazioni emesse dovrebbero prevenire dolori articolari e problemi di circolazione sanguigna.