Trump su Gerusalemme: borse nervose, criptovalute ok

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Trump deciso a riconoscere Gerusalemme capitale spaventa i mercati

L’annuncio di Trump di voler riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele eleggendola a sede della rappresentanza diplomatica degli Stati Uniti genera turbolenza sui mercati di tutto il mondo. Soffrono in apertura le piazze europee dove rimbalza il cambio di passo geopolitico del presidente Usa che aveva già creato scompiglio tra i titoli scambiati a Wall Street. L’incertezza e il sorgere di nuove tensioni internazionali, innescate dalle frasi a sorpresa del leader americano, fanno segnare valori negativi all’apertura di tutti i listini del vecchio Continente: partono subito in svantaggio Milano (-0,79%), Londra (-0,5%) e Francoforte (-0,12), mentre a Parigi spetta il record negativo con un -0,92% che marca in salita l’avvio della giornata, in attesa di una dichiarazione ufficiale da Washington.

A soffrire maggiormente l’inaspettata nuova strategia di Trump all’interno del già delicato scacchiere del Medio Oriente è stata la borsa di Tokyo, che ha chiuso gli scambi incassando pesantemente il colpo con una flessione dell’1,97% sul Nikkei.

La febbre sui mercati rappresenta il segnale di una situazione estremamente complicata che da anni circonda lo status di Gerusalemme: città santa per le tre grandi religioni monoteiste, costituisce una delle questioni più spinose nel delicato processo di pace israelo-palestinese. Entrambe le parti la considerano infatti capitale naturale, e se non è la prima volta che gli Stati Uniti promettono a Tel Aviv un appoggio alle loro rivendicazioni (è stata approvata dal Congresso nel 1999 una legge che chiede lo spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme), le indiscrezioni di ieri che dovrebbero anticipare una dichiarazione ufficiale in giornata costituiscono la mossa più concreta intentata da Washington per condizionare l’assetto della regione.

In attesa di nuovi sviluppi, i movimenti delle Borse sembrano rifugiarsi su partite sicure: ne approfitta l’oro, che recupera dopo alcuni tentennamenti assestandosi a 1268 dollari all’oncia, e lo yen: la moneta giapponese si rafforza sia nei confronti dell’euro, 132,81, che del dollaro, scambiato a 112,22.

Questa tensione tuttavia non pare impaurire per nulla il mercato delle criptovalute, con Bitcoin che sfonda i 12.000$ e IOTA che ottiene record su record.